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Camere mortuarie

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Se questa legislatura fosse destinata a seppellire lo Stato?

 

Fino al 15 maggio non si potranno sciogliere le Camere.
Nel frattempo che accadrà? Probabilmente assisteremo ad un teatrino nel quale brillerà Grillo ma si darà comunque prova della non governabilità che siano improvvisate o meno delle coalizioni tentennanti.
Si tornerà allora a votare in estate? Forse. Ma è più probabile che dal cilindro uscirà un coniglio alla Renzi che consenta a tutti i partiti di attraversare il deserto tramite una legislatura a termine (un anno o due) che possa compiere le riforme non fatte tra il 2011 e il 2013.
Sarà un Parlamento “comunicativo”, esponente di una forte “partecipazione pubblica” che s’incentrerà sui localismi e che accentuerà toni di democratica partecipazione. Sicché, quatti quatti, i cittadini avalleranno, senza rendersene neppure conto, delle riforme che apparentemente “trasparenti” e “partecipative” saranno invece preordinate, costituite e finalizzate in modo tale da seppellire definitivamente la sovranità nazionale.
E scopriremo un giorno di non avercela più perché l’avremo ceduta “volontariamente” e con decisione praticamente unanime.
Questo, almeno, è il disegno più plausibile da parte di chi detiene il potere reale. E visto come hanno centrato tutti gli obiettivi fino adesso, e come gli è riuscita agevolmente ogni manipolazione indiretta, ivi compresa la diffusione a tutte le latitudini della sbornia elettoralistica proprio nella competizione più inutile della storia repubblicana, è difficile pronosticare che non ci riescano.
C’è solo da scommettere sulle facce e sulle parole d’ordine alle quali si affideranno per compiere il terzo atto del golpe con il quale, dal 2011, si sono ripresi ciò che che avevano mancato solo di un soffio ventotto anni prima con il Britannia e Mani Pulite.
Novantanove su cento ci sarà ben poco da stare allegri, e duemila su mille non ci potremo fare niente.
Fuori tempo massimo: abbiamo avuto vent’anni di opportunità e li abbiamo gettati nel cestino.
Stupidi, inutili e presuntuosi che siamo.

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