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Capitan America

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Alla convention repubblicana va in scena l’ex culturista pompato (già vittima in gioventù delle violenze del padre nazista, ma anche testimone dei carri sovietici che invadevano l’Austria… se ci pensa bene forse troverà anche uno zio islamico che gli negava le caramelle…) che canta le lodi del sogno americano e si autoinveste difensore dell’umanità. Schwarzy è ormai prigioniero del suo personaggio. Legatelo!

NEW YORK – “Four more years”. I delegati del Madison Square Garden hanno salutato con un augurale e convinto “ancora quattro anni” l’investitura ufficiale alla Convention repubblicana di Bush e Cheney per la sfida alla conquista della Casa Bianca il 2 novembre. Sono stati i 75 delegati dello stato chiave della Pennsylvania a consentire al presidente Usa e al suo vice di superare il quorum necessario di 1255 delegati per ottenere la nomination. Grazie alla Pennsylvania Bush e Cheney hanno raggiunto 1321 delegati.

Alla convention repubblicana è stato ieri il giorno della first lady Laura, di cui i sondaggi più recenti dicono che è più popolare del marito: due terzi degli americani ne hanno un’opinione favorevole. E un altro sondaggio ha fatto da protagonista ieri, quello che, controcorrente ai più recenti, da Kerry in vantaggio sul rivale di qualche punto.

A scaldare il pubblico, prima dell’intervento di Laura, ha pensato il governatore della California Arnold Schwarzenegger, che si è definito l’incarnazione del sogno americano e ha appoggiato la lotta al terrorismo definendo Bush e gli Stati Uniti meglio dell’Onu.

Continua intanto ad aumentare il numero degli arresti eseguiti a margine della convention: sono ormai 700, secondo fonti delle forze dell’ordine, da quando, giovedì scorso, sono cominciate le manifestazioni di protesta contro il presidente Bush.

Cappelli da cowboy, gilet con i colori della bandiera, maschere da elefante (il simbolo del partito), perfino un sosia di Abramo Lincoln. Il ‘Day 2’ della Convention era all’insegna dei valori dell’altruismo, della compassione, del volontariato del “governo che deve render conto alla gente, non della gente che deve render conto al governo”, come ha detto Schwarzy.


Scuole, sanità per gli anziani, lotta all’Aids: i repubblicani ci tengono quanto i democratici sia pure con filosofie di approccio diverse, ma è stata Laura Bush a ricordare all’America che la nazione è in guerra e che l’attuale inquilino della Casa Bianca è un grande presidente di guerra, degno emulo di giganti della storia come Lincoln e come Franklin Delano Roosevelt che decise di mandare la gioventù americana al fronte “per salvare il mondo dalla tirannia”.

Dal podio della Convention Laura Bush ha descritto il marito come un guerriero coraggioso e determinato, capace di proteggere le famiglie americane dalle forze malvagie del terrorismo: “Potete contare su di lui, specialmente nelle crisi”, ha detto ricordando che oggi 50 milioni di persone al mondo vivono libere grazie alla visione e alla leadership del presidente.

Poco prima, un oceano di cartelloni con la scritta ‘Arnold’ in bianco su fondo blu agitava la platea. Salito sul palco, l’ex attore di Hollywood si è presentato alla Convention repubblicana di New York come l’incarnazione dell”American Dream’ esortando gli immigrati come lui a seguire il suo esempio cogliendo “le opportunità dell’America” per “realizzare i propri sogni”.

Anche Schwarzenegger come Laura Bush non ha mancato di ricordare agli elettori la necessità della guerra al terrorismo, un nemico ancora più insidioso del comunismo che Schwarzy ha detto di aver conosciuto negli anni dell’infanzia nell’Austria natia occupata dai carri armati sovietici.

E gli Stati Uniti, ha detto l’ex Terminator, sono meglio dell’Onu per la difesa della democr

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