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Caso Assange e complotti

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Accuse reciproche di complottismo e di antisemitismo

 “Un complotto degli ebrei per stroncare la mia organizzazione con la complicità dei media britannici” .  È l’ultima accusa lanciata dal fondatore di WikiLeaks Julian Assange. A riferirlo è il direttore di Private Eye Ian Hislop che, in un articolo pubblicato ieri, racconta di una telefonata dai toni accesi con un Assange su tutte le furie perché il suo socio russo Israel Shamir è stato accusato dalla rivista di essere un negazionista dell’Olocausto. “È un complotto – avrebbe detto il fondatore di WikiLeaks- ordito dal Guardian per volere del suo direttore Alan Rusbridger e del giornalista investigativo David Leigh” .
Quest’ultimo è, appunto, ebreo e Rusbridger, sempre secondo Assange, sarebbe una “sorta di ebreo” perché cognato di Leigh. Su Twitter, però, Julian ha smentito il contenuto della telefonata e ha accusato Hislop di “aver distorto ogni sua frase”. “È falso che io abbia mai creduto in un complotto ebraico – ha continuato -, Hislop ha tentato di coprire una calunnia con un’altra calunnia e questo è inaccettabile. D’altra parte la sua reputazione in tal senso è nota, il signore ha ricevuto più querele per diffamazione di ogni altro giornalista del Regno Unito” .
Un modo di lavorare, ha spiegato Assange, opposto a quello di WikiLeaks che “promuove un giornalismo di tipo scientifico nel quale le “prove”a sostegno dell’articolo sono a disposizione dei lettori proprio per evitare questo tipo di distorsioni” . Il 24 febbraio scorso una corte di Londra ha autorizzato l’estradizione di Assange in Svezia dove è accusato di violenza sessuale.

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