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Cassazione politicamente corretta

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Il pachistano che uccise la figlia condannato non per motivi religiosi ma per motivi di religione dominante

Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre, è stata principalmente vittima di un ”possesso-dominio” da parte del padre che non accettava il suo stile di vita all’occidentale. La prima sezione penale della Cassazione spiega così i motivi per i quali, lo scorso 12 novembre, ha resa definitiva la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti del padre, Mohammed Saleem
Secondo la Suprema Corte la barbara uccisione della ragazza non è da ricercarsi nei motivi di religione quanto nel ”rapporto fra Hina e la sua famiglia e soprattutto nella inaccettabile concezione, travalicante i pur presenti profili religiosi e di costume rinvenibile anche in contesti diversi, che l’imputato Saleem aveva del rapporto padre-figlia come possesso-dominio”, nonché ”nell’atteggiamento spesso intimidatorio e violento di costui nei confronti della figlia che non sottostava ai suoi voleri e rivendicava margini di autonomia”.
Pienamente condiviso dalla Suprema Corte il ”motivo abietto” dell’uccisione come pure il fatto che a scatenare la follia omicida sia stato un ”patologico e distorto rapporto di possesso parentale essendosi – rimarca la Cassazione – la riprovazione furiosa del comportamento negativo della figlia fondata non già su ragioni o consuetudini religiosi o culturali bensì sulla rabbia per la sottrazione al reiterato divieto paterno”.
Piazza Cavour, inoltre, ha riconosciuto anche il risarcimento dei danni all’ex fidanzato di Hina, il bresciano Giuseppe Tampini con cui la ragazza aveva iniziato una convivenza da circa un anno. In proposito, la Suprema Corte parla di un ”sostegno economico-morale assicurato dal Tempini ad Hina” e riconosce la ”intrapresa comunanza di vita”.
Un ottimo modo di scrivere una sentenza politicamente corretta. Non si è condannato il padre omicida in quanto, seguendo le leggi e le consuetudini del suo credo, ha ucciso la figlia. Lo si è condannato perché possessivo e maschilista.
Della serie: potete importare ogni religione e ogni vostro uso sarà accolto tranne quelli che emttono in discussione l’unica vera religione di oggi: il planetarismo indifferenziano a forte impronta femminilizzata. Firmato i/le commissari/e politici/he dell’Occidente.

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