Ascoltare i giornalisti ed i politici italiani provoca, almeno in me, profonda irritazione tutto l’anno, ma quello che si vede e si sente in questi giorni sull’invasione mercenaria della Libia supera veramente ogni livello di ignominia.
Qui non si tratta di accettare o meno il fatto che il governo italiano, ma anche l’opposizione di questo paese, abbia preso una posizione contro il regime che fino a sei mesi fa era uno dei principali interlocutori sul piano energetico e commerciale e con il quale un anno addietro avevamo addirittura stipulato un trattato di Amicizia. Nossignori.
Qui si parla di “stile” , di quello che manca all’Italia nella sua classe politica e mediatica da molto tempo e che riecheggia sempre il refrain di un interminabile sindrome del tradimento dell’8 Settembre 1943.
Quest’ Italia, che si allea sempre con quelli che pensa essere i più forti, anche contro i propri interessi, lo fa vieppiù con spirito da “partigiano” come quando senti giornalisti della Tv di Stato che eccitati dalle veline che la Nato distribuisce giornalmente loro, auspicano che Gheddafi venga scovato e ucciso al più presto. Copione già visto per Saddam Hussein, per Milosevic, per tutti quelli che non accettano i diktat dei gangsters planetari.
Il ribrezzo che suscitano poi i diversi politicanti di questa “Repubblica” che elargiscono soldi e petrolio a fondo perduto alla canaglia di Bengasi, mentre stanno per approvare un’ulteriore manovra antisociale ed antipopolare è veramente incontenibile e può solo fare il paio con le dichiarazioni dei nostri industriali che non ci stanno a pagare la “tassa di solidarietà” mentre si tagliano le agevolazioni fiscali e si introduce il ticket per il pronto soccorso…..
Se poi, come anticipato prudentemente dall’amministratore delegato dell’Eni, quest’ inverno non avremo gas sufficiente per riscaldare le abitazioni degli italiani, allora si comprende bene in quale conto viene tenuto l’interesse nazionale dalla banda di canaglie nostrane, che poi sono state messe al potere nel 1945 dagli stessi padrini di quelli di Bengasi.
Stanno distruggendo un altro Paese, la Libia, leader in Africa per il suo stato sociale e per il reddito pro-capite e nonostante il regime libico non sia di certo esente da colpe e da errori, sicuramente la lezione di dignità, coraggio e stile che Gheddafi sta dando in questo momento a tutti i nani occidentali, lo pone molto al di sopra di questi sciacalli.
Una classe politica europea moribonda, che cerca di salvare 60 anni di fallimenti e di sottomissione agli USA, aggrappandosi al petrolio libico e trascinando questo Paese nel baratro di una guerra civile costruita negli uffici delle intelligence occidentali, non merita nessuna considerazione e sbaglia i suoi calcoli se pensa di poter uscire fuori da una crisi che già si annuncia catastrofica, cercando di assecondare la “strategia del serpente “ americana.
Comunque vada in Libia, si sta avvicinando a grandi passi il momento in cui le classi politiche ed economiche europee, saranno chiamate ad assumersi la responsabilità di tutti i misfatti che in nome della cieca obbedienza all’atlantismo hanno causato in Europa e nel mondo .
Gli USA hanno il problema di scaricare il loro enorme debito sull’Europa e useranno il sistema di sempre: caos e guerra. I prossimi paesi sulla lista sono Siria e Iran, mentre l’Europa sprofonda nella vergogna.