Eccetera eccetera
Il 4 dicembre 2016 gli italiani andavano alle urne per decidere dei cambi costituzionali proposti dal governo Renzi.
Senza entrare nei dettagli, parecchio censurabili, quella riforma intendeva comunque offrire soluzioni decisionistiche ai governi italiani. Una cosa che il parlamentarismo estremistico prodotto dalla “Costituzione più bella del mondo” impedisce, inchiodando il paese in un pantano e condannadolo all’impossibilità di sognare in grande. I francesi che avevano un sistema simile, se ne liberarono nel 1958, riuscendo così a ritrovare un ruolo significativo nel mondo.
La riforma nel 2016 ottenne meno del 41% di Sì. La personalizzazione del referendum e l’incapacità di leggerne il senso, aveva prodotto un largo fronte “costituzionalista” in cui le organizzazioni dei partigiani e quelle dell’estrema destra si trovarono idealmente gomito a gomito.
Gli italiani scelsero a gran maggioranza l’irrilevanza e la continuià della subordinazione nel loro destino.
Si negarono la facoltà di contare in Europa e nel mondo.
Emblematico è il fatto che, per poter gestire la situzione della pandemia (al di là del come lo faccia) il governo italiano è stato l’unico che è dovuto ricorrere allo “stato d’emergenza” e ha continuato a procrastinarlo.
L’unica soluzione per una massa di imbecilli.
Con le regole del parlamentarismo non si decide nulla.