sabato 11 Ottobre 2025

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Ora anche l’immigrazione giapponese crea problemi!

Colpisce foglie, fiori, frutti e radici: la Popillia japonica, o “scarabeo giapponese” sta devastando orti, giardini e aree verdi, soprattutto in Lombardia e Piemonte. È una delle specie aliene più pericolose d’Europa.
Originario dell’Asia, questo coleottero scarabeide è estremamente polifago e causa ingenti perdite economiche, richiedendo elevati costi di contenimento. Dalla sua comparsa in Europa nel 2014, si sta diffondendo rapidamente, in particolare nelle regioni del Nord Italia.

Le zone più colpite
Lombardia e Piemonte sono al centro del fenomeno. A Milano si moltiplicano le segnalazioni in zone come San Siro, Parco Sempione, Ippodromo La Maura e Garibaldi. A Bergamo, i danni più visibili si notano nei giardini pubblici e nei campi sportivi.
Sul sito della Regione Lombardia, un opuscolo informativo insegna a riconoscere lo scarabeo giapponese e fornisce le indicazioni su come comportarsi in caso di infestazione.
Il coleottero si sposta facilmente: può volare fino a 8 km al giorno e l’area infestata si estende ogni anno di circa 10 chilometri. Secondo i dati regionali, solo a Milano, tra maggio e giugno 2025, sono stati catturati oltre 1.500 esemplari, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Colpisce foglie, fiori, frutti e radici: la Popillia japonica, o “scarabeo giapponese” sta devastando orti, giardini e aree verdi, soprattutto in Lombardia e Piemonte. È una delle specie aliene più pericolose d’Europa.
Originario dell’Asia, questo coleottero scarabeide è estremamente polifago e causa ingenti perdite economiche, richiedendo elevati costi di contenimento. Dalla sua comparsa in Europa nel 2014, si sta diffondendo rapidamente, in particolare nelle regioni del Nord Italia.

Come si riconosce
Lo scarabeo giapponese ha il corpo verde metallizzato con riflessi bronzei. Le ali (elitre) non coprono completamente il corpo, un dettaglio utile per distinguerlo da altri insetti simili. Ha forma ovale e dimensioni variabili da 8 a 11 mm di lunghezza e da 5 a 7 mm di larghezza. La femmina è tipicamente più grande del maschio. La presenza di ciuffi di peli bianchi (5 ai lati terminali dell’addome e 2 più ampi sulla parte terminale delle elitre) consente di distinguere facilmente P. japonica da altri coleotteri spesso presenti negli stessi ambienti, come Anomala vitis e Cetonia aurata, o da Phyllopertha horticola (maggiolino degli orti), la specie più affine per forma e dimensioni ma che predilige ambienti montani.
Popillia japonica è un insetto gregario e può essere ritrovato in gruppi numerosi in attività trofica o riproduttiva. Ha una sola generazione all’anno. Gli adulti sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio. In estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno o singolarmente o in piccoli gruppi; talvolta scavano una piccola galleria nei primi 10 cm di suolo per depositare le uova.

Perché è pericoloso
Non è pericoloso per l’uomo: non punge e non è velenoso. Ma il suo impatto sull’ambiente e sull’economia è pesante. Gli adulti attaccano oltre 300 specie vegetali: foglie, fiori, frutti. Le larve, che vivono nel terreno, si nutrono delle radici delle graminacee, facendo ingiallire e seccare i prati e i pascoli.
Ha pochissimi predatori in natura e si riproduce ogni estate, in quantità tali da causare danni ingenti a orti, campi agricoli e giardini urbani. In alcune zone della Lombardia sono stati completamente rifatti manti erbosi sportivi danneggiati.
I segni/sintomi associati alle infestazioni di P. japonica sono per lo più dovuti alle diverse fasi della vita dell’insetto. In particolare, i danni a carico delle foglie rappresentano senza dubbio il sintomo più evidente della presenza di P. japonica. Gli adulti si nutrono in modo gregario ed iniziano generalmente dalla cima per poi scendere via via verso il basso. Quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti. Le foglie così colpite imbruniscono e cadono o rimangono attaccate alla pianta.
Le larve si nutrono appena al di sotto della superficie del suolo e causano danni esclusivamente alle radici. I sintomi sono aspecifici; nel caso di tappeti erbosi infestati questi includono diradamento, ingiallimento ed avvizzimento, con la comparsa di evidenti macchie di erba morta generalmente a fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte.

Cosa si sta facendo
Le regioni stanno intervenendo con sistemi di monitoraggio e contenimento. In Piemonte sono state installate circa 1.200 trappole a forma di ombrello con esche specifiche. A Milano l’AMSA ha avviato campagne di cattura e disinfestazione.
Nel frattempo, molti vivaisti e fiorai proteggono le piante più vulnerabili con reti o teli anti-insetto, soprattutto nei vivai all’aperto. La raccomandazione principale è evitare il fai-da-te: le trappole a feromoni, se usate in modo scorretto, possono attirare anche insetti utili o aumentare la presenza dei coleotteri.
Il cambiamento climatico potrebbe favorire l’ulteriore diffusione della Popillia japonica: estati calde e umide creano le condizioni ideali per la sopravvivenza delle larve e la mobilità degli adulti.
Sradicare completamente la specie è ormai quasi impossibile, ma il contenimento resta l’unico strumento efficace. Serve coordinamento tra enti locali, cittadini, aziende agricole e servizi fitosanitari regionali.

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