Home Storia&sorte Ci vuole fegato

Ci vuole fegato

Quando si dice miracolata

0

Altro colpo di fortuna

Un colpo di calore ha messo in pericolo una 26enne, salvata con un trapianto di fegato d’urgenza all’ospedale Molinette di Torino. La ragazza, della zona di Alba (Cuneo), è stata colta da malore vicino alla sua casa di campagna durante una mattina di sole rovente. Trovata incosciente dai familiari sotto un albero, è stata portata d’urgenza all’ospedale di Verduno dove le hanno riscontrato una temperatura interna di 41 gradi. Stabilizzate le funzioni vitali, si è presentata però un’insufficienza epatica fulminante, che ha reso necessario il trapianto.
Leggi anche

Torino, rinato con doppio trapianto: “Avevo 36 ore di vita”
Subito intubata al suo arrivo I medici rianimatori dell’ospedale di Verduno hanno subito intubato la giovane, al suo arrivo, raffreddando la temperatura con ghiaccio e liquidi freddi endovena. L’intervento ha impedito la letale progressione verso l’insufficienza multi-organo. Dal giorno successivo però la situazione del fegato è andata peggiorando e si è così configurato molto rapidamente un quadro di grave insufficienza epatica in evoluzione fulminante. Dopo un consulto con i medici dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, Luca Cremascoli e Antonio Toscana dell’Anestesia e rianimazione 2, diretta da Roberto Balagna, e l’epatologa Silvia Martini, la paziente è stata trasferita lì d’urgenza.
Lista d’attesa Dodici ore più tardi, in considerazione della gravità e dell’irreversibilità del danno epatico, il direttore del Centro trapianto di fegato Renato Romagnoli ha deciso di inserirla in lista d’attesa per trapianto di fegato con livello di priorità di super-urgenza nazionale.
Un organo da un donator eL’equipe chirurgica del Centro torinese proprio in quel momento era impegnata in un prelievo d’organi in un altro ospedale piemontese, con il coordinamento del Centro regionale trapianti. Damiano Patrono, chirurgo collaboratore di Romagnoli, stava ultimando un delicato intervento di divisione del fegato di un donatore in due parti (il cosiddetto split liver), perché la parte sinistra del fegato, più piccola, fosse trapiantata in un ricevente pediatrico in un altro Centro trapianti italiano e la parte destra, più grande, andasse invece a un adulto a Torino. Era quindi perfettamente compatibile con le necessità della 26enne.
Un’operazione di otto ore A meno di due ore dall’entrata in lista d’attesa, la giovane è stata quindi portata in sala operatoria e il trapianto di elevata complessità chirurgica, durato otto ore, è stato eseguito da Romagnoli e dalla sua equipe. A meno di quattro giorni di distanza, le condizioni della donna sono in rapido miglioramento. La giovane si sta progressivamente risvegliando nella terapia intensiva. “Una vita salvata che conferma per l’ennesima volta l’altissimo livello dei professionisti e l’eccellente macchina organizzativa della Città della Salute di Torino – commenta Giovanni La Valle, direttore generale dell’ospedale -. La fattiva collaborazione con gli altri ospedali piemontesi ha permesso di fare rete e di compi

Exit mobile version