Dal giornale che detta le linee della guerra psicologica in Italia per conto degli Angloamericani (il Corsera) si scopre l’energia pulita. Proprio mentre gli Usa vogliono ridurre gli spazi d’inquinamento ALTRUI. Che coincidenza !
Il nostro sarà anche il Paese del sole, ma quanto poco sia sfruttato, questo ben di Dio che la natura ci fornisce gratis, è un dato sul quale dovremmo riflettere: ci serviamo dei preziosi raggi per abbronzarci d’estate o per asciugare i panni, non per produrre energia e calore. È come se usassimo l’acqua solo per bagnare i fiori: che spreco. E dire che generare elettricità dal sole si potrebbe (e infatti in molti altri Paesi, anche europei, è pratica sempre più comune), ma da noi non si fa. Perché è difficile, perché costa, perché a volte è la politica a mettere i bastoni tra le ruote.
Qualcosa si sta muovendo, però: ed è dall’industria e dalla tecnologia spaziale che potrebbe venire, quanto prima, un aiuto decisivo per sviluppare il settore. I dati, per cominciare: dei 50.000 megawatt che rappresentano la potenza disponibile oggi in Italia, appena 26 Megawatt sono prodotti dagli impianti fotovoltaici (in grado, cioè, di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica). In percentuale, si tratta di un misero 0,052%. Il paragone con altre realtà europee è impietoso: in Germania, dove non esiste la stessa esposizione solare, in pochi anni sono stati installati oltre 4 milioni di pannelli solari, in Grecia 2 milioni e 850 mila, in Austria due milioni e mezzo. In Italia siamo fermi a 400 mila.
«Eppure – spiega Carlo Flores del Cesi (Centro elettrotecnico sperimentale italiano) – a metà degli anni ’90, con l’impianto costruito a Serre Persano (Salerno), l’Italia si era posta all’avanguardia del settore. Poi, sul piano applicativo, ci siamo fermati, mentre in altre parti del mondo e dell’Europa i programmi di sviluppo sono andati avanti». Il discorso qui diverge: ci sono nazioni che puntano a creare grandi impianti e una rete distributiva (con ricadute importanti sull’ambiente) e altre che affrontano il problema con approcci diversi, più mirati. In Germania, per esempio, è appena scattato un piano per dotare ogni unità abitativa di impianti solari: la famiglia produce energia per il proprio fabbisogno, e rivende al gestore nazionale la produzione in eccesso, da anni la stessa cosa accade negli Stati Uniti.
In sintesi, ci si procura energia pulita e, in qualche anno, si ammortizza l’investimento. Il nocciolo della questione è proprio qui, nell’alto costo delle dotazioni per un impianto «casalingo» di fotovoltaico: oggi una famiglia italiana dovrebbe sborsare circa 24 mila euro per dotarsi di un sistema in grado di produrre l’energia giornaliera necessaria. Troppo. Così, per rendere competitivo questo tipo di energia sono scesi in campo colossi della ricerca.
Al Cesi, per esempio, si studia per aumentare l’efficienza di conversione dell’irradiamento solare in energia elettrica: «Oggi – spiega ancora Carlo Flores – un metro quadrato di pannello solare produce 100-120 watt: ha un rendimento, cioè, del 10-12 per cento. L’obiettivo sarebbe di alzare questa quota almeno al 30%». Come? «Intervenendo sui materiali. Oggi i pannelli solari sono fatti con il silicio, un materiale costoso. Ed è pure una tecnologia che richiede grandi spazi, basti pensare che la centrale di Serre, che produce 3,3 Megawatt, occupa una superficie pari a nove campi di calcio. Ecco perché gli studi più avanzati (nei quali l’Italia ha un ruolo di primo piano) riguardano i cosiddetti concentratori, ossia specchi o lenti di plastica che fanno convergere i raggi del sole in un punto. In quel punto, si piazza una cella solare di ridotte dimensioni ad altissima efficienza costruita con arseniuro di gallio, che “raccolga” i raggi solari. Si sostituiscono quindi i metri quadrati di silicio con lenti o specchi a basso costo. Le celle solari ad elevato rendimento sono da tempo impiegate dalla tecnologia spaziale. Un forte aiuto al solare, insomma, potrebbe venire proprio dalla ricerca spaziale».
Ma Flores non nasconde i problemi sollevati da questa
