Moglie, marito e amante insieme appassionatamente. Non si tratta di una commedia holliwoodiana, è quanto stabilito da un giudice che sentenziava sulla separazione di due coniugi. Un menage a trois salverà il matrimonio? Staremo a vedere

PORDENONE – Marito, moglie e amante, tutti insieme sotto lo stesso tetto ma è polemica. Fa discutere infatti una sentenza del Tribunale di Pordenone che regola la separazione tra due coniugi di Sacile (Pordenone) dopo quarant’anni di matrimonio, ma dispone anche che i due possano continuare a vivere nella stessa casa (dove risiede già anche la nuova compagna dell’uomo) perché «è abbastanza grande». La storia, nella premessa, non è particolarmente originale: due pensionati poco più che sessantenni di Sacile decidono, non senza tribolazioni, di separarsi. Il problema è rappresentato da una «terza incomoda», una vedova che aveva messo piede in casa con il compito iniziale di collaboratrice domestica. Il rapporto tra la domestica e il padrone di casa era diventato sempre più stretto, tanto che la moglie legittima aveva tentato di cacciare la rivale più volte, ma invano, soprattutto per le resistenze del marito. La seguente causa di separazione, con richiesta di danni morali e assegno mensile da parte della moglie, ma soprattutto dell’assegnazione della casa, è finita con una sentenza che ha accolto solo la richiesta dei danni morali. L’assegno mensile è stato negato perché la moglie, pensionata, non avrebbe problemi economici, ma il punto più sorprendente, almeno per la difesa della signora separata, è che il Tribunale non ha ritenuto necessario assegnare la casa esclusivamente alla donna. L’abitazione è grande, dice la sentenza riportata ieri sui giornali locali, e permette ai coniugi di vivere separatamente. Ma come si diceva prima, è polemica e la sentenza fa discutere al punto che gli avvocati difensori dell’ex moglie si dichiarano sbalorditi. I legali osservano che il Tribunale permette di fatto un «menage a trois» e annunciano di voler ricorrere in appello.