Gli strateghi americani che contano su piccole formazioni fondamentaliste per gettare nel caos la regione. Il piano, che avrebbe portato la piaga dall’Iraq destabilizzato scientemente all’Arabia Saudita era stato abbondantemente annunciato da Maurizio Blondet in Osama Bin Mossad
Il principe ereditario saudita, Abdullah, che passa comunemente come filo-occidentale è in realtà il meno malleabile tra i pretendenti al trono. L’attacco del 29 maggio al Petroleum Center, un complesso nel quale sono concentrati uffici di varie compagnie petrolifere occidentali e che ha visto la morte di dieci ostaggi, rientra probabilmente nel piano che mira allo smembramento del Paese in più reami, uno dei quali, comprendente la Mecca, dovrebbe trasformarsi nel santuario del nuovo terrorismo così proficuo per gli interessi di Washington e Tel Aviv, così nefasto e pericoloso per gli interessi europei, così vantaggioso per le compagnie del petrolio texano.