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Decapitando francescani

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e cercando di distrarre Putin

L’ennesimo eccidio commesso dai “combattenti della libertà in Siria” è una triplice decapitazione atroce, ripresa in video e rilanciata sulla rete.
Si è detto inizialmente che si trattasse di tre frati francescani del convento di Ghassanieh assassinati il 23 giugno.
All’improvviso la retromarcia; “non sono frati ma solo persone del convento”. “Il cadavere di padre François ucciso il 23 era integro, i frati escludono vi fosse lui o francescani tra i decapitati”. E via con lo slittamento della notizia, togliendole rilevanza.
Come se uccidere i frati ma senza decapitarli sia consentito e decapitare gente che non sia di chiesa sia una questione di caccia libera.
In realtà è pervenuto a tutti l’ordine di minimizzare per non mettere in difficoltà la Casa Bianca.
Difatti dopo che la Del Ponte ha denunciato che le brigate internazionali jihadiste fanno uso di armi chimiche mentre il governo regolare – malgrado le accuse di Obama – non le ha mai fatte, l’uccisione barbara di tre religiosi fornirebbe a Putin un argomento decisivo per sostenere organicamente il popolo e il governo siriano, così come Obama fa da due anni con i partigiani stranieri che stanno destabilizzando il Paese.
Sarebbe l’occasione buona per permettere ai siriani di derattizzare la loro terra e gettare a mare le bande di tagliagole e di scannatori fondamentalisti wahhabbiti, armati e protetti da banchieri e petrolieri.
L’occasione buona per salvare la Siria, il Vicino Oriente e l’Europa e fare giustizia.
Chiaro che i padroni dell’informazione occidentale sono preoccupati e i servi allora fanno i prudenti.

 

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