sabato 11 Ottobre 2025

Decima edizione Lanzichenecchi d’Europa

Il resoconto

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Solo chi ha vissuto l’esperienza degli incontri europei che si tengono ogni luglio in Provenza può avere l’idea di cosa si tratti.

Chiunque non ci sia stato non può che immaginarlo e, per quanto bene possa farlo, ne avrà una visione astratta, periferica, razionalista. Ovvero non ne avrà la minima idea.

Neppure comparandola con le feste ghibelline di un giorno che sono bellissime, ma assai diverse.

Sarà la magia del luogo o sarà la comunione di spirito, fatto sta che persone di ogni età, tra gli otto e gli ottant’anni – ma ne abbiamo anche avute tra i due e i novanta – si riconoscano anche se non si sono mai conosciute. Che parlino la stessa lingua anche se le lingue sono sette od otto e i poliglotti sono sempre pochi.

Che si disciplinino con allegria, che si mettano in gioco. Che nelle discussioni riescano a spiegarsi e a confrontarsi senza astio. Che non mettano mai avanti le opinioni o le convinzioni che dividono, perché si ritrovano in perfetta armonia tra loro, come se si conoscessero da sempre, anche se è trascorso un solo minuto da quando si sono incontrate per la prima volta.

Decondizionati dall’ipnosi e dalla rabbia infelice di tutti i giorni, essi riscoprono se stessi. In un rapido percorso dello spirito che va dal cammello (la disciplina e la fatica), attraverso il leone (l’orgoglio di affermazione) al fanciullo. In pochi minuti si salgono le cime che permettono di sorridere di tutte le troppo umane commedie e tragedie.

Per queste ragioni, fare la relazione della decima edizione, non può rendere l’idea.

Forse lo può fare un minimo se si parte dal testo che abbiamo distribuito in tutte le lingue all’arrivo.

E cioè:

I Lanzichenecchi d’Europa si ritrovano ogni anno in Provenza.
Quello che a molti può sembrare solo un momento di festa, per noi è anche un atto di semina.

Nel corso degli ultimi dieci anni, questo appuntamento ha dato vita a molte realtà, sia direttamente che indirettamente. Da qui sono nate relazioni che hanno permesso di ampliare centri studi e istituti culturali in varie nazioni europee, di far sorgere siti e radio capaci di superare le gelosie di gruppo e di costruire autentiche collaborazioni.

Si sono formati legami umani solidi, talvolta arricchiti da interessi professionali, ma soprattutto è nato uno spirito di corpo europeo.
Sul piano della formazione, oltre ai testi e ai corsi che abbiamo promosso direttamente, è emersa una vera e propria svolta ideale e culturale, capace di affermarsi in diverse realtà europee. Una svolta che ha letteralmente capovolto le distorsioni introdotte da contaminazioni culturali ostili.

Come chiarito nei nostri testi, i Lanzichenecchi non sono un movimento, un partito, un centro studi, un gruppo, né una setta. Sono qualcosa di più organico e profondo, che non opera per ottenere vantaggi o vittorie da intestarsi, ma per far sì che ciò che viene costruito diventi patrimonio comune, espressione di una sinergia naturale e di un sentire condiviso nell’agire.


Questo però fa sì che, come abbiamo scelto dal primo istante, non si percepisca facilmente il nostro agire, perché molti dei nostri risultati sono per così dire dire di ‘seconda battuta’ e quindi non diretti, proprio in quanto non puntiamo a successi firmati, ma a plasmare un ambiente, perché è intorno a chi rinnova i valori che silenziosamente gira il mondo.
Per cogliere quanto saldo e tangibile sia quello che produciamo si deve essere bene inseriti nella nostra “macchina”. E se accade – e accade spesso – che altri si appropriano di quello che noi abbiamo concepito, animato, prodotto, e se ne fanno belli, poco male!

Non abbiamo chiusure, se non quelle dettate dall’etica e dai principi.

Abbiamo sempre preferito la bussola che indica il Nord alle mere posizioni di parte, siano esse politiche nazionali, internazionali o di posizionamento geopolitico.
Crediamo che l’Essenziale debba prevalere sul Contingente: quando l’essenziale è chiaro, è difficile che il contingente possa davvero dividere. E se anche dovesse accadere, non lo sarà mai in modo sgradevole o distruttivo, come spesso accade in un mondo privo di principi.

Le linee guida dei Lanzichenecchi d’Europa sono esposte nei nostri documenti collettivi e nel libro Sfida al futuro.
Dal punto di vista ideale, esse si fondano su:

  • La prevalenza dei valori etici ed esistenziali su ogni altra considerazione.
  • Il recupero degli ideali fondamentali e la loro attualizzazione nel presente.
  • Una visione imperiale dell’Europa, con il rifiuto di ogni tendenza centrifuga e disgregante.
  • L’incoraggiamento delle sinergie nella piena autonomia.
  • Lo studio e la sperimentazione di metodologie innovative ed efficaci.
  • Un orientamento operativo, costruttivo e creativo verso il futuro, rigettando ogni forma di disfattismo, slogan facile o vittimismo.

L’incontro annuale dei Lanzichenecchi d’Europa non è un fine, ma uno strumento: è il collante che consente a tutto questo di continuare, di vivere, di crescere nel corso dell’anno in tanti luoghi, in tanti cuori.

La decima edizione

si è svolta in quattro momenti di confronto teorico, nei quali si è ricapitolata tutta l’azione svolta, con semina e raccolti, quattro esibizioni di arti corporali (due di Tai-chi, una di Scherma italiana e una di Qi-gong) e sette competizioni tra le quattro squadre.

Come ogni anno, le squadre, miste per età, sesso, lingua, hanno vivacizzato l’incontro.

Quest’anno si è deciso di dedicarle a movimenti che a cavallo tra il XIX e il XX secolo rivoluzionarono l’immaginario giovanile.

Nuovi Greci (colore grigio), Wandervögel (blu), Jovenes Requetés (bianchi) e Fiumani (rossi).

I fiumani hanno dominato le competizioni. Ma non è questo l’importante.

Le competizioni sono state le seguenti:

Bocce

Lancio dell’ascia

Scherma all’italiana

Trivial Pursuite

Calcio

Braccio di ferro

Calcio Balilla

Tra i quattro momenti di confronto teorico, due sono stati dedicati a relazioni di azioni svolte e realtà consolidate in diverse nazioni (Italia, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Argentina). Non si è trattato che di un assaggio di quello che è stato fatto e che sta continuando a produrre strutture e iniziative.

Il contatto con le due ultime nazioni è stato da remoto e il caso (se esiste il caso) ha voluto che con l’Argentina si verificasse proprio nel giorno di ascesa ai cieli di Evita.

Abbiamo poi operato in due commissioni per il miglioramento dei contatti inter-nazionali e della comunicazione.

Ciò riassunto, sicuramente l’idea non è stata resa.

Non lo può essere stata perché lo spirito che anima tutto e che si manifesta ininterrottamente durante quei giorni non può essere descritto.

Non lo è perché con qualunque altra formula o con qualsiasi altro evento si pensi di fare il paragone, si finisce regolarmente fuori strada.

Così come la natura e la funzione dei Lanzichenecchi d’Europa sono specifiche e non inquadrabili nei modelli abituali, anche il ruolo di ogni partecipante non trova riscontro in altre esperienze.

Ognuno è attivo

Lo è in quanto disciplinatamente coinvolto, ivi comprese le corvé di pulizia, fisicamente coinvolto nelle competizioni, emotivamente coinvolto nelle serate di allegria, ma anche e soprattutto mentalmente e operativamente coinvolto.

Non c’è alcun indottrinamento, ma una crescita interattiva in cui ognuno impara e insegna allo stesso tempo. Persone di ogni età si ritrovano fianco a fianco, anziani e giovani, quadri portanti di movimenti, di associazioni radicate, di centri studi, di istituti metapolitici, insieme a semplici individui liberi. E agiscono insieme senza alcuna protervia da parte degli uni e senza perdita dell’umiltà o calo di rispetto da parte degli altri.

Non è poco, non è poco per niente.

Tutto quello che ne scaturisce poi, sia come programmato che, soprattutto, come “effetti collaterali” che nascono da sé, è sicuramente importante.

Ma mai quanto lo è quello da cui tutto ciò scaturisce, che è l’essenza pura di cosa deve essere, e che agirebbe sempre e comunque, anche senza agire.

Di sicuro senza agitarsi.

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