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Democrazia a stelle e strisce

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Gli Usa non accettano il risultato elettorale in Ucraina e minacciano un intervento. Non c’è da meravigliarsi visto che il loro favorito ha perso. Esporteranno la loro “democrazia” anche lì?

Continua ad aggravarsi la situazione in Ucraina dove è stato proclamatouno sciopero generale destinato nelle intenzioni a paralizzare il Paese. Intanto mentre la Commissione elettorale formalizza la controversa vittoria dell’attuale premier Yanukovic al ballottaggio, dagli Stati Uniti arriva una dichiarazione di Colin Powell che rischia di infiammare ancora la situazione:”I risultati delle elezioni non possono essere accettati come legittimi”.




L’appello dello sciopero è statolanciato dal palco nell’ennesimo comizio di Yushenko davanti al popolo raccolto per il quarto giorno di fila sulla spianata di piazza Indipendenza, sotto i vessilli arancione del fronte del cambiamento.


La crisi ucraina si avvita dunque sempre più, con rinnovati timori di “una guerra civile”. La folla continua a crescere, malgrado la neve che cade copiosa e temperature attorno a 5 sotto zero, e dilaga in tutto il centro di Kiev in un’atmosfera di tensione crescente, seppur ancora immune da violenze.


Yanukovic ha infatti reagito alla notizia facendo professione di moderazione. Ha detto di non volere “una vittoria viziata che possa portare a violenze e vittime” e ha offerto l’avvio di un dialogo con “rappresentanti di Yushenko”.


Nel contempo, però, ha sottolineato di considerarsi a questo punto “presidente legittimo dell’Ucraina”. A spalleggiarlo, oltre alla Russia di Vladimir Putin, resta il presidente uscente Leonid Kuchma, che dopo giorni di silenzio ha parlato in tv per accusare l’opposizione di “pianificare un colpo di Stato” e per escludere categoricamente che si farà ricorso alla forza per stroncare le manifestazioni contro i presunti brogli alle elezioni di domenica.


Una richiesta, quella della “non ingerenza”, già respinta dall’Occidente: gli Usa, per bocca di Colin Powell, hanno infatti fatto sapere di non riconoscere come legittimo l’esito del voto nel Paese ex sovietico e hanno minacciato “conseguenze” serie in caso di interventi repressivi nei confronti dell’opposizione.


Anche Ue e Nato sono tornate a manifestare le loro critiche e a chiedere una “revisione del risultato” dello scrutinio. A condurre la battaglia in prima linea sono comunque Yushenko e la sua gente. Alla schiera oceanica di Kiev, composta soprattutto (ma non solo) da giovani, si affianca la protesta di molte altre città: soprattutto nelle regioni centro occidentali del Paese (120.000 persone sono sfilate mercoledì a Leopoli), ma pure in alcune località dei territori sud-orientali più favorevoli a Yanukovic, come Kharkov.


Intantonella capitale sono stati visti anche sostenitori di Yanukovic che hanno messo in piedi un presidio non lontano dallo stadio. E continuano – alimentando la tensione già esistente – a circolare voci sul possibile arrivo di minatori filo-Yanukovic da Donetsk.

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