Ma Marrazzo non capisce tutti questi invidiosi.
I pm di Milano hanno depositato tre cd con nuovi atti di indagine in vista del processo a Silvio Berlusconi sul caso Ruby, che si aprirà mercoledi 6 aprile a Milano. Tra le carte suppletive anche nuove testimonianze e gli esiti di accertamenti su tabulati telefonici, dai quali emergerebbe il coinvolgimento di altre dieci ragazze nelle serate di Arcore. I procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano avevano già raccolto circa venticinquemila pagine di atti di indagine. I pm hanno portato avanti le attività di indagine, come consente il codice di procedura penale, raccogliendo altre testimonianze e facendo accertamenti telefonici.
Dai tabulati emergerebbe che altre dieci ragazze, oltre a quelle già note, sarebbero state ospiti di Berlusconi ad Arcore durante i presunti festini a luci rosse. Dalle analisi delle celle telefoniche sarebbero state individuate altre giovani che lo scorso anno avrebbero frequentato la residenza del presidente del consiglio e che si aggiungono alle 33, Ruby compresa, già individuate dagli inquirenti-
Tra le nuove carte ce ne sono alcune che riguardano il concorso di bellezza a Taormina del settembre 2009, ritenuto importante. Secondo l’ipotesi accusatoria dopo quel concorso sarebbe iniziata l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione di Ruby, che ora è parte offesa. Allegato anche un video del telegiornale di La7 sul concorso di Taormina, nel quale Emilio Fede fece da giurato. Secondo l’accusa fu proprio in quel concorso che Fede incontrò per la prima volta Ruby e da quella data sarebbe cominciata l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione della giovane marocchina da parte del direttore del Tg4 Fede, Lele Mora e Nicole Minetti.
Il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro, il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, il presidente del Collegio della quarta sezione penale, Giulia Turri hanno effettuato un sopralluogo tecnico nell’aula della prima corte d’Assise d’appello, dove in passato si sono svolti molti maxiprocessi di criminalità organizzate e terrorismo e che dovrebbe essere scelta come aula per il processo sul caso Ruby. Oltre ai vari capi degli uffici giudiziari milanesi, presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Sergio Pascale e altri militari. I capi degli uffici milanesi si sono riuniti per parlare della questione della presenza o meno delle telecamere e dei fotografi per la prima udienza. La procura generale ieri ha revocato tutti i permessi di accesso al tribunale per i network televisivi e per i fotografi. Non potranno entrare nè telecamere nè fotografi da lunedì a mercoledì. Nei giorni scorsi il presidente del collegio, Giulia Turri, aveva consentito alla Rai di entrare con due telecamere per poi girare le immagini alle altre testate. Ordinanza in sostanza bocciata dalla procura generale. Una decisione sulla presenza o meno di telecamere e fotografi non verrà presa prima di lunedì. La procura generale ritiene che ci siano ragioni di sicurezza per tenere fuori da palazzo le televisioni e i fotografi.
“Un eccesso di prudenza che impedisce ai cittadini di avere una documentazione visiva su un processo di grande importanza per il nostro paese, che sta suscitando l’interesse dei media di tutto il mondo”, afferma Letizia Gonzales, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, commentando la decisionedi revocare a network tv e fotografi i permessi di accesso alle aule e perfino ai corridoi del Tribunale di Milano.