sabato 20 Luglio 2024

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altContro Fini scende in campo Adinolfi

E’ da settimane che, da solo, su Facebook, unico in tutto il Partito democratico, chiede le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera.
Perché Fini dovrebbe lasciare?
“In Italia c’è uno strano meccanismo, per cui si ragiona sui fatti passando sempre per le categorie della politica”. Chi parla è Mario Adinolfi, candidato alle primarie del 2007, dirigente del Pd, a giorni in edicola con The Week, settimanale creato da lui con nove giovani giornalisti.
In che senso?
“Se sei schierato contro Berlusconi, un fatto non lo giudichi in quanto tale, ma domandandoti se dà noia o o no a Berlusconi. Questo è il male della sinistra”.
E i fatti, qui, cosa dicono?
“Che Gianfranco Fini ha in disponibilità un appartamento che è stato valutato un quinto del suo valore reale. Esattamente come accadde per Claudio Scajola. Questo appartamento è stato venduto. Ed è ormai evidentissimo che ci abita suo cognato.E Fini stesso, nel video, ha detto che in presenza di una tale evidenza si sarebbe dimesso da presidente della Camera. Ora deve essere conseguente”.
Libero, ieri, ha pubblicato una mail che toglie ogni dubbio. L’ha vista?
“Certo. Questi fatti sono l’ultima conferma. Ma è lo stesso Fini che lo ha ammesso nel suo video. Il presidente della Camera si è presentato davanti agli italiani e ha detto: Io ho dubbi su mio cognato, mentre Bocchino, fino al giorno prima, diceva che Fini aveva la matematica certezza che la casa non era del cognato”.
Ad Annozero.
“Esatto. Ora i dubbi sono avvallati dai fatti. Nessuno pensa che la verità sia un’altra”.
Citava Scajola. I due fatti sono simili?
“Quando ho letto la vicenda di Scajola mi sono indignato. Ma quando leggo quella di Fini mi indigno ugualmente. Non posso indignarmi quando mi serve politicamente e non farlo quando è meno utile”.
Si chiama doppiopesismo, giusto?
“E’ disonestà intellettuale. E se la sinistra vuol vincere una battaglia nel Paese che è anche culturale, deve smetterla. Onestà intellettuale ci impone di dire a Scajola di dimettersi, esattamente come a Fini. Non possiamo presentare le mozioni di sfiducia contro Scajola e ammiccare a Fini”
Luciano Violante sostiene che non si può, Costituzione alla mano, chiedere la sfiducia di un presidente della Camera. Che farlo è da “ignoranti”.
“Violante sbaglia. Politicamente le dobbiamo chiedere. Proprio per dimostrare al Paese che non facciamo valutazioni strumentali, ma sui fatti. ? ovvio che dal punto di vista istituzionale, nessuno può pretenderle. Ma politicamente sì. I bizantinismi non servono. Occorre chiarezza”.
Un’altra obiezione è: Berlusconi si è macchiato di fatti ben più gravi, in fondo, si dice, quello di Fini è un peccato veniale…
“Infatti io non faccio sconti a Berlusconi. Ma perché li devo fare a Fini? Ho chiesto la stessa coerenza anche a Frisullo, che è del Pd. Questa classe dirigente non può farsi chiamate di correità reciproche per resistere. Chi ha gli scheletri nell’arma – dio, va a casa. Che sia di destra o di sinistra”.
Fini si dovrebbe dimettere per la vicenda di Montecarlo o per il fatto di essere a capo di quello che presto sarà un partito?
“Il fatto di essere leader di un partito non è una ragione di dimissioni, visto che ci sono stati i precedenti di Casini e Bertinotti. A me non piace la vicenda di Montecarlo, le pressioni in Rai per far lavorare la suocera, la non sincerità. Questi comportamenti non sono degni di un presidente della Camera”.
Perché il Pd continua a difendere Fini?
“Perché il Pd non guarda i fatti, ma li giudica in base alla convenienza politica. E questo è un limite gravissimo.M iricorda la vecchia doppiezza comunista”.

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