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Donne dei talebani

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A scuola di nascosto, a rischio della vita

“Facciamo del nostro meglio per tenerla nascosta, ma anche se mi arrestano, mi torturano, di una cosa sono certa: ne è valsa la pena”. Chi parla è un’insegnante non comune. Lavora in una scuola secondaria per ragazze segreta. Nascosta in un quartiere residenziale di Kabul. Un piccolo ma potente atto di sfida contro i talebani. Lo racconta la Bbc, che è entrata all’interno della scuola. Circa una dozzina di ragazze adolescenti stanno frequentando una lezione di matematica quando i giornalisti dell’emittente entrano in classe. “Sappiamo delle minacce e ci preoccupiamo per loro” afferma l’insegnante che poi aggiunge che comunque l’iatruzione delle ragazze vale qualsiasi rischio.

In tutte le provincie del Paese, tranne alcuni rari casi, i talebani hanno ordinato che le scuole secondarie femminili devono restare chiuse. La scuola segreta però ha continuato ad operare. Nell’unica aula ci sono file ordinate di banchi bianchi e blum per cercare di rendere l’ambiente simile a quello delle altre scuole. A fine marzo le scuole femminili secondarie, cioè l’equivalente di medie e superiori italiane, avrebbero dovuto riaprire dopo quasi sette mesi. Erano chiuse da fine agosto, quando i talebani avevano ripreso il potere nel paese. Alla fine però non c’è stata alcuna riapertura, e nel giorno in cui le studentesse sarebbero dovute ritornare a scuola il governo dei talebani ha fatto sapere che le donne non avrebbero potuto ancora tornare a frequentare le scuole secondarie. L’annuncio della riapertura era stato fatto la scorsa settimana dal ministero dell’Istruzione, in seguito alle grosse pressioni della comunità internazionale per ripristinare l’accesso delle donne a tutti i gradi d’istruzione. Sono aperte invece solo le scuole primarie, ovvero le elementari, e le università, ma non è chiaro quando o se le ragazze più grandi potranno tornare in classe. I talebani hanno affermato che prima è necessario creare il corretto “ambiente islamico”, anche se dato che le scuole erano già separate per genere, nessuno ha capito esattamente che cosa ciò significhi.

I funzionari talebani hanno comunque ripetutamente insistito in pubblico sulla riapertura delle scuole femminili, ma hanno anche ammesso che l’istruzione femminile è una questione “sensibile” per loro. Durante il loro precedente periodo al potere negli anni ’90, a tutte le ragazze è stato impedito di andare a scuola, ufficialmente a causa di “problemi di sicurezza”. Nelle ultime settimane, numerosi studiosi religiosi legati ai talebani hanno emesso fatwa, o decreti religiosi, a sostegno del diritto delle ragazze all’apprendimento. Lo sceicco Rahimullah Haqqani è un religioso afgano, residente oltre il confine a Peshawar, in Pakistan. È molto rispettato dai talebani e durante un viaggio a Kabul il mese scorso ha incontrato figure di spicco all’interno del loro governo. “Non c’è alcuna giustificazione nella sharia [legge] per dire che l’istruzione femminile non è consentita” dice alla Bbc. “Tutti i libri religiosi affermano che l’educazione femminile è lecita e obbligatoria, perché, ad esempio, se una donna si ammala, in un ambiente islamico come l’Afghanistan o il Pakistan, e ha bisogno di cure, è molto meglio se viene curata da una dottoressa” continua.

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