Le armi che hanno inchiodato il pachiderma russo
Quando Vladimir Putin un anno fa ha lanciato l’attacco all’Ucraìna, in molti, non solo in Russia, si aspettavano una veloce vittoria degli invasori. Ma invece questa non si è materializzata in particolare grazie alla capacità di resistenza e superiorità tattica delle forze ucraine, ma anche per le cruciali forniture di armi arrivate dai Paesi della Nato.
E la Cnn oggi osserva che, anche se ora il dibattito è concentrato su carri armati e sistemi di difesa aerea, sono tre i sistemi di arma che hanno cambiato il corso della guerra e che gli ucraini hanno usato in modo che è risultato devastante per gli avversari russi. I primo sono i missili anti-tank lanciati a spalla, che possono essere usati da un singolo militare, Javelin che sono serviti agli ucraini a bloccare l’avanzata delle colonne corazzate russe all’inizio della guerra.
Poi è stata la volta degli Himars, acronimo per High Mobility Artillery Rocket System, un carro lanciatore di precisione che può lanciare quasi simultaneamente sei razzi, inviandoli ben oltre la linea del fronte.
“Se il Javelin è stata l’arma iconica delle fasi iniziali della guerra, gli Himars sono stati quella delle fasi successive”, ha scritto Mark Cancian, analista dell’ International Security Program at the Center for Strategic and International studies.
Infine il terzo sistema d’armi sono i droni Bayraktar TB2 di fabbricazione turca, diventati gli Uav più famosi al mondo grazie al loro utilizzo nella guerra in Ucraina. Anche perché il sistema, relativamente economico nella sua componentistica, permette anche di registrare video dei raid, video che ovviamente sono diventati virali.
“I video virali dei Tb2 sono un perfetto esempio della guerra moderna nell’era di TikTok”, ha scritto Aaron Stein, analista del Foreign Policy Research Institute.