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Due secoli dopo, guelfi, liberticidi e usurai

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Svegliati Europa. Editoriale di maggio

Duecento anni fa la dipartita dell’Empereur i cui orientamenti e le cui realizzazioni restano a fondamenta del ghibellinismo moderno e dell’alternativa al Mondialismo, fondato, esattamente come la coalizione antinapoleonica, sull’usura, sull’anima guelfa e sulla divaricazione di classe.
A due secoli di distanza l’idra che ebbe allora il sopravvento, e replicò il suo successo alla metà del secolo scorso, si presenta come caricatura universalista e non esita a perseguire in ogni angolo del mondo dei vecchi sconfitti, che pure con il loro ruolo nella strategia della tensione furono funzionali alle manovre di consolidamento del potere.
Dopo la cattura in Brasile a 41 anni dai fatti dell’indicibile Cesare Battisti, comunque oggetto di una perversione giuridica, oggi si raschia il barile a Parigi reclamando persino quel Pietrostefani, organicamente funzionale ai burattinai, oggi digerito ed evacuato benché quasi ottantenne e imputato di un evento risalente a mezzo secolo fa.
Tutto questo ha il sinistro aspetto di un sabbah, di un cerimoniale di autoesaltazione dell’AntImpero, erede dei nemici di Napoleone, che vorrebbe regnare nei secoli erigendo il suo trono sulle sabbie mobili.

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