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E poi giù il deserto

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Considerazioni sul caso Battisti

Cesare Battisti è stato consegnato all’Italia dalla Bolivia oltre una settimana fa. Doveva essere la chiusura di un’era ma sembra che segni l’inizio di qualcos’altro.

QUESTIONE GIUSTIZIA
Per inquadrarla è obbligatorio fare astrazione dal personaggio, dall’appartenenza politica, dalle simpatie e dalle antipatie.
I delitti per i quali Battisti è stato condannato risalgono a quarant’anni fa. Nelle nazioni che hanno scritto le leggi sulla base del Diritto Romano è impensabile che non vi sia prescrizione (varia dai venti ai trent’anni). Noi l’abbiamo cancellata e già questo è inquietante. Inoltre egli godeva di un provvedimento presidenziale brasiliano che è venuto meno con il cambiamento, e anche questa è un’aberrazione. Non unica nel suo genere perché agli inizi degli anni novanta in Francia venne cancellata l’amnistia per René Bousquet, segretario generale della polizia di Vichy, oltre trent’anni dopo che era stata decretata.
Segnali del mondo moderno.

QUESTIONE GLOBALE
L’abolizione di terre franche, con la cancellazione di amnistie e di sovranità giuridiche fino a mettere in questione le stesse decisioni presidenziali e delle Corti Supreme, indica che – populismo o no, sovranismo o no – la globalizzazione è ormai un fatto, con tutto quello che ne consegue.

QUESTIONE COMUNICATIVA
L’arresto di Battisti fu utilizzato da Sarkozy per il lancio della sua campagna presidenziale nel 2007 quando si presentò come uomo d’ordine, salvo lasciare che poi riparasse in Brasile. Ora il comunista braccato è diventato un trofeo di Bolsonaro e di Salvini, il quale ultimo è attualmente impegnato in un braccio di ferro sul quale mi soffermerò a breve.
Anche questo è un segnale dei tempi, così come lo sono i commenti sguaiati di troppa gente che a destra si vorrebbe antagonista se non addirittura rivoluzionaria. E come lo sono le prese di distanza da parte della sinistra che si accompagnano puntualmente a una nuova caccia alle streghe in direzione neofascista.
Dà la nausea.

QUESTIONE STORICA
Si continua a nascondere la verità su terrorismo e stragismo. Si cerca di celare le complicità che legarono tra loro apparati delle due parti di Yalta e, da noi, Dc e Pci. Si passa sotto silenzio la rete terroristica partigiana sorta durante la guerra e attiva anche poi. Non si parla mai della presenza in Italia di centinaia di agenti della Stasi della Germania comunista (legati al tempo stesso a Mosca e Tel Aviv), dell’Internazionale trotskista e dei sostegni di cui costoro godevano in ambito Onu.
Parliamo di strutture che hanno salvaguardato molti protagonisti del terrore, a livelli molto più alti di Battisti. Ora, quando si parla di queste strutture e delle loro complicità internazionali, si evita accuratamente di spiegare cosa furono e a chi facevano capo.

QUESTIONE CONFLITTUALE
Quando Salvini attacca il “comunista Battisti” sta indicando neanche troppo in codice l’apparato ancora in piedi della congrega Dc-Pci che, dal Quirinale ai sindaci ai procuratori, è sceso militarmente in campo contro di lui. In qualche modo lancia loro un guanto di sfida.
Dall’altra parte, venuta meno per la crisi della borghesia progressista la saldezza dell’impalcatura, la bestia ferita è pericolosa e si sta accanendo con Antifascismo 1000.0 scatenando campagne di odio e di criminalizzazione che riguardano sia il passato sia il presente.
Di qui anche le appendici al processo di Bologna e le pretese di aprire piste astruse e pretestuose su casi di cronaca nera (Pecorelli e Mattarella).
Quanta faccia da culo abbia certa gente lo ha dimostrato nell’ultima manifestazione a Sesto San Giovanni per chiedere la chiusura di CasaPound. C’era Sergio Segio, dirigente storico di Prima Linea, oggi impegnato a difesa del garantismo….(!)
Doppia morale, sempre, in tutto.

QUESTIONE D’IMMAGINE
La campagna forcaiola di questi giorni, se da un lato mette in luce alcune delle complicità di allora, dall’altro mistifica. Di fatto ripropone la lettura storica comunista secondo la quale una serie di esaltati di estrema sinistra (o destra) avrebbero attaccato lo Stato innocente. La realtà è assai differente, poiché lo Stato italiano fin dal 1943 è ostaggio di cosche e gruppi. I suoi servizi segreti  hanno quindi svolto ruoli a dir poco equivoci e inquinanti, non soltanto nei depistaggi (e nelle false accuse!) ma in tutta la trama. Le leggi speciali intervenute una volta che il Pci era nella stanza dei bottoni, hanno completamente stravolto infine i diritti giuridici.
Non è un caso se in quegli anni le estradizioni furono negate un po’ da tutti i tribunali esteri: Francia, Inghilterra, Svezia, Austria, Svizzera. Non dipendeva, se non in qualche caso, da protezioni politiche, ma dalle aberrazioni giuridiche con cui si presentava la giustizia italiana.

QUESTIONE MORALE
Si dice che le istituzioni italiane abbiano molti scheletri nell’armadio, non è corretto, sono fabbriche di scheletri e sono impegnate da sempre a nasconderli. La stessa internazionale del terrore ha meno da nascondere di quanto lo abbiano le istituzioni dell’Italia nata dall’antifascismo.
La soluzione giusta sarebbe allora d’istruire un processo generale per determinare le responsabilità storiche. Questo non allo scopo di far morire in galera mezzo secolo dopo qualche superstite di quegli anni – e sicuramente non i veri responsabili che sono tutti morti di vecchiaia o in procinto di farlo – ma per ripulire la memoria e la coscienza collettiva. Una coscienza che non si nobilita di certo immedesimandosi, a tempo scaduto, nelle tricoteuses attorno alle ghigliottine.

QUESTIONE POLITICA
È notevole il crollo di certe impalcature, in particolare in quel Brasile che è stato fino ad ora uno dei principali santuari dell’internazionalismo trotskista e dunque del terrorismo, un Brasile in cui un Achille Lollo si è trovato tranquillamente nell’entourage del presidente Lula. Ora è lo stesso Lula a essere finito in prigione, e se Battisti è arrivato qui è per effetto di questa tabula rasa.
La grande sbandata della borghesia progressista sta quindi aprendo un po’ ovunque degli spazi enormi per un gramscismo di destra e per altre forme di creazione di potere.
Questo è il dato saliente della questione. Quello che più c’interessa.

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