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E sì, l’ha proprio salvata l’Italia

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Il consumo con Monti mai così in basso neppure subito dopo la guerra

 

Confcommercio: “Previsto il peggior calo dal 1946”. Tra il terzo trimestre del 2007, punto di massimo per l’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012, gli acquisti pro capite degli italiani sono diminuiti del 6,5%. Resistono solo informatica e telefonini.
Nel 2012 i consumi pro capite degli italiani dovrebbero presentare “la peggiore variazione negativa della storia della Repubblica”, con un calo di oltre il 3%. E’ la nuova, e rivista al ribasso, previsione di Confcommercio.
L’organizzazione, in uno studio sul commercio in Italia regione per regione, indica che solo pochissimi settori di spesa (la telefonia e l’informatica) e solo un canale di distribuzione, il discount, tengono i livelli di fatturato reale del 2011. Tra il terzo trimestre del 2007, punto di massimo per l’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012, rileva ancora lo studio, i consumi pro capite degli italiani sono diminuiti in termini reali del 6,5%.
La crisi e il calo dei consumi si ripercuotono infatti in maniera particolarmente pesante sui piccoli esercizi al dettaglio. Nel 2011 i negozi erano infatti poco più di 757 mila unità, in diminuzione rispetto al 2010 dello -0,1%. In flessione anche il fatturato di questa tipologia distributiva (-2,6% nei primi sei mesi del 2012), mentre cresce quello dei discount (+1,8%) e dei supermercati (+1,4%); Molise (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-1,1%) e Liguria (-0,9%), le regioni che, nel complesso, registrano le maggiori “perdite” di esercizi; tra i comparti merceologici, spicca l’aumento nel settore delle apparecchiature informatiche e telecomunicazioni (con un +2,6% di esercizi), mentre si conferma lo stato di difficoltà dei negozi di mobili e arredamento che si sono ridotti dell’1,3% con punte di quasi il 2% al Sud e nel Nord-Est.

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