La convention dei Democratici si conclude tra retorici richiami ai “valori americani”, minacce da bullo di periferia ai “terroristi”, paragoni storici di un insulsaggine unica (“Al Qaeda = Fascismo”), nuovi appelli all’unilateralismo e rassicurazioni sulla permanenza delle truppe USA in Iraq. Eccolo, John Kerry, l’idolo dei pacifinti Rutelli e Fassino, il “volto buono dell’America”: nient’altro che un clone del suo rivale.
“Siamo una nazione in guerra”. “Gli Stati
Uniti d’America non vanno mai in guerra
perché lo vogliono, vanno in guerra soltanto
perché devono”. “Io combatterò una
guerra al terrore più intelligente e più efficace.
Utilizzeremo ogni strumento dei nostri
arsenali: quelli economici così come la
nostra forza militare, i nostri principi così
come la nostra potenza di fuoco”. (John
Kerry, 29 luglio)
“Abbiamo un messaggio chiaro per al
Qaida e il resto dei terroristi. Non potete
scappare. Non potete nascondervi.
Vi distruggeremo”.