In un modo o nell’altro, più nell’altro, finiamo in orbita in Europa
Con il perfetto lancio di stanotte dei satelliti 3 e 4 della costellazione Galileo, che alla fine ne avrà ben 30 in orbita, si è raggiunto il minimo vitale per rendere operativo il sistema stesso, anche se solo in fase di test, anche se forse qualche dimostrazione pubblica non farebbe male dato che noi cittadini dell’Europa aspettiamo questo sistema e i servizi connessi da vari anni. Galileo ha prestazioni eccezionali in termini di precisione posizionale e distribuzione del tempo, forse anche troppo elevati è la critica che in passato ha accompagnato la vicenda della sua costruzione. Ma ora finalmente il tutto c’è, anche se al minimo e va fatto funzionare testando il funzionamento anche del delicato sistema di Terra di controllo e ricezione dati, per i iniziare a rendere il vecchio continente indipendente e autonomo, del GPS siamo infatti usufruttuari e non coproprietari. Il vettore che ha portato in orbita i due satelliti è un Soyuz russo lanciato dalla base ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, della Guayana francese.
Ora si tratterà di lanciare, a coppie come questa volta, tutti gli altri 26 per costruire il Sistema Galileo definitivo che andrà a affiancarsi al GPS americano, al Glonass Russo e al Beidou cinese, anch’egli di 30 satelliti e in fase di completamento entro il 2020 .
Tornando al Galileo il suo costo complessivo è di 3 miliardi di euro e, se tutto andrà bene, i primi due satelliti completamente operativi, FOC, verranno lanciati nell’aprile 2013 mentre nel 2014 dovremmo avere i primi 18 , compresi questi 4, che inizieranno il servizio vero e proprio. La precisione promessa nel determinare la nostra posizione, 1 metro in più o in meno, è notevole anche rispetto al GPS in versione militare, che noi non vediamo. Anche il GPS d’altronde, che è stato il primo di questi sistemi, avrà un progetto di aggiornamento nel prossimo futuro, in un mondo che dipende, invisibilmente, sempre più dallo spazio e da questi sistemi, basta pensare a navi, aerei, auto antifurti e chi più ne ha più ne metta, essere aggiornati al meglio, autonomi e ridondanti è vitale per un Paese, o un continente come nel nostro caso.
I due satelliti sono stati costruiti da un consorzio fra due industrie europee Astrium e Thales Alenia Space (TAS). Quest’ultima, nella sede di Roma, oltre all’assemblaggio ha curato la costruzione del telaio dei satelliti, parte fondamentale per la propulsione e il funzionamento dei pannelli solari che forniscono energia al sistema. Questa è la parte del satellite che genera energia attraverso pannelli solari, e mantiene la piattaforma on-stazione utilizzando un sistema di propulsione. Ovvia soddisfazione nelle parole che ci dice Luigi Pasquali, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia “Il lancio degli ultimi due satelliti rappresenta una tappa importante del settore spaziale europeo e fondamentale nella lunga ed entusiasmante avventura che accomuna il Programma GALILEO e Thales Alenia Space.
In particolare questi due satelliti sono stati integrati e testati nel nostro sito romano, che è sicuramente tra i più adatti in Europa per l’integrazione di grandi numeri di satelliti e costellazioni. Il Centro Integrazione Satelliti di Roma è stato infatti già in grado di consegnare al cliente ben 72 satelliti di prima generazione e 18 della seconda generazione della costellazione per telefonia mobile Globalstar”.
Speriamo di poter “sintonizzare”, i nostri smartphone e navigatori su Galileo per il 2015. Ah, toccherà cambiarli ovviamente.