Antonio Locatelli fu, con Francesco Baracca, il più grande pilota aereo del primo conflitto mondiale, eroe di guerra tre volte medaglia d’oro al valor militare, scrittore, giornalista, politico fascista: dal 1924 al 1928 siede alla Camera dei deputati,nnel 1933 venne nominato Podestà di Bergamo. Unico esponente del Ventennnio ad avere un monumento eretto alla sua memoria dopo la caduta del Fascismo.
Fotografo e disegnatore collabora con”La rivista di Bergamo” (direttore dal 1929) e con il “Corriere della sera”in veste di redattore, nonché appassionato di alpinismo e presidente del CAI di Bergamo. Ma la grande passione di Locatelli era certamente il volo e l’esplorazione aerea.
Compagno di volo di Gabriele D’annunzio nel celeberrimo raid su Vienna, il 30 luglio del 1919 sorvola la Cordigliera delle Ande a 6.500 metri di quota atterrando a Viña del Mar.Una traversata in condizioni al limite delle possibilitaà ad una velocità di 200 km/h, con venti di oltre 200 km/h e temperature di 35 gradi sottozero, dando così inizio a quello che sarà il futuro servizio di posta aerea. Con l’inizio della campagna militare in Africa orientale si arruolò di nuovo come pilota e partecipò alla guerra d’Etiopia del 1935-1936.
Muore a Lekemti, in Etiopia, il 27 giugno 1936, non combattendo sul suo aereo come certamente avrebbe voluto, ma durante una missione diplomatica, attaccato da un gruppo di ribelli copti nell’ accampamento approntato per la notte. A Locatelli e agli altri componenti dei due equipaggi fu concessa la medaglia d’oro al Valor Militare, la terza per lui. Locatelli rimane l’unico militare della Regia Aeronautica per tre volte decorato con la massima onorificenza.
Riposa al Vittoriale dove D’Annunzio volle fosse sepolto e per questo dispose un arca funeraria.