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Europa e avanguardie

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Se non ci sarà prima una catastrofe umanitaria, l’Europa si farà e diventerà un soggetto, un player. Non è tanto una questione di volontà che, anzi, i centri di potere, anche europei, sono riluttanti, quanto di necessità storica e di condizioni epocali.
Se va di moda, in questa crisi di passaggio, scaricare tutte le responsabilità sulla Ue – quelle che ha e quelle che non ha – e condensare il sacrosanto malcontento popolare in un semplicistico anti-europeismo qualunquista, le dinamiche proseguono e, con esse, anche i piani di riforma e di accentramento dei poteri.

Ci troveremo tra qualche anno a far fronte a una realtà ampiamente mutata e senza esserne attrezzati. Cosa questa che non si addice alle avanguardie.

Prescindendo dagli scontri intestini, dai conflitti tra poli, dalle linee geo-economiche e geo-energetiche, argomenti sui quali possiamo fare soltanto il tifo, ci sono delle questioni di primaria importanza nelle quali si può avere un ruolo.
Questioni di anima e di fisico, legate insieme.
Fisicamente (e nell’anima) l’Europa, senza crescita demografica e volontà di potenza, si farà tra breve in forma di melting pot il che, a prescindere dalle posizioni che si possano avere in merito, crea difficoltà memoriali d’identificazione.
Travolta dall’ideologia sovversiva dell’antivirilità che accomuna un po’ tutti dalla Boldrini a Marine Le Pen senza soluzione di continuità, essa rischia di diventare un Golem.
Non si combatte il Golem rifugiandosi in contee ipotetiche né evocando età dell’oro di stampo democristiano facendo ricorso a un’ideologia nazionalbottegaia.

Alla sintesi oligarchica che si realizza nei piani alti bisogna fare contrappeso con una sintesi di base che riesca ad organizzare il sociale, a stimolare la demografia, a realizzare autonomia e a intraprendere la rivoluzione culturale nel segno del Vir, dei Patres, che non soltanto dia un assetto completamente diverso alle realtà di base ma che conquisti e seduca le élites.
Siamo in ritardo storico ma possiamo almeno anticipare i tempi e precedere di un buon decennio la constatazione generale che ci sarà e che sarà questa.

Quando questa constatazione sarà generale sarà tardi per intervenire e, in ogni caso, muoversi quando tutti la pensano così appartiene alle masse. Le avanguardie devono precedere. Il prssimo decennio sarà decisivo.

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