La grande riforma della giustizia? “Io sono pronto: a settembre la presento al Consiglio dei ministri e poi la porteremo in Parlamento”. Tre i punti qualificanti: “La separazione degli ordini tra pm e giudicanti (la separazione delle cosiddette carriere; ndr): il pm fa l’accusa e il giudice giudica, con percorsi professionali separati fin dall’inizio; la creazione di due Csm, e di un meccanismo disciplinare che risolva il problema di una giustizia troppo domestica in questo campo”. Tempi? “La voteremo presto: per varare la Bicamerale di D’Alema ci vollero quattro mesi”
Ministro Alfano, intanto, però, sulle intercettazioni come la mette con Fini che ieri ha espresso una presa di distanza di metodo e di merito?
“Lo stesso presidente della Camera ha detto al Corriere che se il governo lo chiederà, l’esame del provvedimento si potrà concludere prima della pausa estiva. Del resto, nessuno può negare che il testo uscito dal Senato ha recepito molte osservazioni di Fini e dei finiani e quando c’è stata la votazione nel Comitato di presidenza del Pdl, i finiani hanno votato a favore: era l’8 giugno, cinque giorni fa”.
Eppure Fini dice che proponendo questa legge ci si è fatti male da soli: che ci si è messi contro tutta la stampa e contro quattro giuristi su cinque…
“Alcuni commentatori e l’opposizione citano la Costituzione a salterello, come facevamo da bambini con le tabelline: ricordano l’articolo 21 saltando l’articolo 15 quello che afferma che la libertà e la segretezza delle comunicazioni è inviolabile. Questa parola, inviolabile, la Carta la usa solo tre volte: per le comunicazioni, per la libertà personale (articolo 13) e per il domicilio (articolo 14): queste libertà della persona fanno parte del diritto naturale, preesistente allo Stato stesso”.
Ma la stampa reclama libertà contro il bavaglio…
“Qui si equivoca tra fatti ed atti. Tutti i fatti sono pubblicabili ad ogni livello del processo, non gli atti per i quali c’è una disciplina differenziata che contemperi il diritto alla privacy, il perseguimento della giustizia e l’informazione. Nella nuova Costituzione europea, il Trattato di Lisbona, il diritto alla riservatezza è un diritto fondamentale. Quanto agli editori, è paradossale che si indignino perché viene introdotta una multa se pubblicano intercettazioni di cui un giudice ha decretato la distruzione”.
Il presidente della Camera ha sollecitato il governo a pensarci bene a mettere la questione di fiducia. “Al Senato il governo ha posto la fiducia solo a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione. Vorrei ricordare che nella precedente lettura della Camera, si sono svolti numerosi voti a scrutinio segreto, compreso quello sulle pregiudiziali di costituzionalità e il voto finale, che ha raccolto un consenso parlamentare favorevole più ampio rispetto alla stessa maggioranza di governo. Questi sono fatti e non opinioni”.