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Evitando le buche più dure

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Oltre ventimila italiani nelle nuove colonie feriali del governo

 


Vai ti porta la Brambilla. Sono quasi ventimila gli italiani che sono andati in vacanza con il governo. Hanno dimostrato di essere indigenti, hanno compilato un questionario e hanno ottenuto un certo numero di voucher per avere lo sconto sulle ferie. È stato bello ma sta per finire: i buoni vacanza governativi scadono il 30 giugno.
Perché dopo, nelle località turistiche, vanno gli italiani che possono pagarsi le ferie senza sconti. I meno abbienti potranno tornare in albergo dal prossimo primo settembre, quando ricomincia la bassa stagione. Sempreché, ovviamente, non debbano portare i figli a scuola. “Effettivamente questo è un limite”, ammette Massimo Abbate, direttore di Buonivacanze spa, la società che coordina l’operazione. Ma presto si potrebbe ovviare: “È allo studio un decreto – dice Abbate – che dovrebbe prorogare la scadenza al 4 luglio e far riprendere validità ai voucher a partire dal 23 agosto”.
Il primo esperimento con i buoni vacanza di stato è partito il 20 gennaio scorso. Annunciato da un messaggio del ministro Brambilla: “Cari italiani, sono lieta di potervi comunicare che è diventato finalmente esecutivo il decreto da me varato che stabilisce l’erogazione di buoni vacanze da destinare alle famiglie disagiate”. In sei mesi il numero di operatori turistici che ha aderito all’iniziativa è quintuplicato passando da 800 a oltre 4.000: più di 2000 alberghi, oltre duecento villaggi turistici e altrettanti bed &breakfast. L’unico vincolo è che le vacanze scontate siano in Italia e, ovviamente, fuori stagione. Ma chi ha scelto di andare in montagna ha potuto sfruttare il periodo di massimo affollamento: “Anche il nostro territorio – annunciavano nei mesi scorsi le pagine internet del Trentino – è in prima fila per contrastare la crisi economica che sta colpendo tutto il mondo”. Seguiva l’elenco dei 400 centri turistici che hanno aderito al sistema dei buoni vacanze.
Il sistema è legato al reddito e alla composizione familiare e prevede una scala di sconti che vanno da un minimo del 20 a un massimo del 45 per cento. I 6.630 nuclei familiari che alla fine di maggio erano già stati pagati hanno ottenuto in media uno sconto del 41 per cento a dimostrazione del fatto che appartenevano alla fascia più povera: “Il profilo dell’utilizzatore medio – spiegano i tecnici del ministero – è quello di una persona di 40 anni che vive in un nucleo familiare composto da tre persone”. Per ottenere lo sconto del 45 per cento e l’equivalente in buoni vacanze è necessario dimostrare un reddito lordo compreso tra 0 e 10.000 euro se si è single, da 0 a 15.000 se la famiglia è composta da due persone e da 0 a 20.000 se il nucleo è di tre persone. In ogni caso l’ammontare dei buoni vacanza non può superare una cifra prestabilita (500 euro per i single, 785 per le coppie e 1.020 per le famiglie di tre persone). Compilato il modulo sul sito www. buonivacanze. it non resta che andare a uno sportello di Intesa Sanpaolo e versare la differenza tra il contributo statale e l’ammontare della vacanza. Poi arriveranno a casa i buoni nei due tagli da 5 e 20 euro che possono essere spesi in ognuno dei 4.000 punti di accoglienza turistica che hanno aderito all’iniziativa.
Il primo bilancio dell’iniziativa presentata a gennaio dal ministro Brambilla
Il principale difetto dei buoni vacanze (analoghi ad altri che si sperimentano da tempo nel resto d’Europa) è il fatto che le ferie-discount si possono fare solo fuori stagione. Non è tanto (o solo) un problema estetico. È piuttosto una questione di organizzazione familiare: chi ha figli non può andare in vacanza durante il periodo scolastico. “Il problema – spiegano al ministero – è che i fondi con cui sono pagati i buoni vacanza provengono dal capitolo di spesa per la destagionalizzazione del turismo”. Ora con il nuovo decreto si spera di ovviare, almeno in parte.
Dove sono andati in vacanza gli italiani aiutati dal governo? In montagna, ovviamente, nella prima parte dell’anno. Negli agriturismi toscani a Pasqua, al mare da maggio in poi. “Una delle regole è quella di non spostarsi troppo”, spiega Abbate. Il titolare dell’albergo “La Fontanella” di Madonna di Campiglio conferma che “quest’inverno si sono presentati due turisti con i buoni. Mi è sembrata un’iniziativa positiva. Forse bisognerebbe rendere i passaggi più semplici. Per ora comunque va bene. Aspetto di ricevere i soldi dallo stato ma non dubito che arriveranno”. La signora Donatella, titolare dell’hotel Barbiani a Rivabella di Rimini, attende ancora i suoi vacanzieri: “Hanno prenotato e li aspettiamo per fine giugno. Certo per chi, come noi, ha un albergo a conduzione familiare non è semplice seguire l’iter burocratico”.
Quello dei buoni vacanze è solo il primo passo. “Buonivacanze spa” (partecipata da Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e associazioni del turismo sociale) ha già in progetto di andare oltre: “Il nostro obiettivo – dice Abbate – è quello di seguire il modello francese dove i buoni vacanze defiscalizzati per il lavoratori dipendenti sono una realtà che funziona”. Il sistema non è molto diverso da quello dei buoni pasto: le aziende forniscono i voucher, le associazioni degli albergatori praticano gli sconti e l’Italia del turismo potrà riprendere un po’ di fiato, si spera, anche al tempo della crisi.

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