Per la mamma è «un rapimento di Stato» e per i compagni un grande spavento, un provvedimento ingiusto contro cui protestare. Ma per l’assessore ai servizi sociali, Gilberto Baldassarri, la scelta era obbligata : «Non c’era più tempo da perdere, il bambino andava messo in sicurezza». Falconara è sotto choc per la storia del piccolo T., 11 anni, una mamma e tre fratelli, un ragazzino benvoluto nel quartiere e in parrocchia. Mercoledì 28 settembre due vigili urbani si presentano con l’assistente sociale all’istituto Galileo Ferraris dove T. frequenta la prima media, parlano con la preside, fanno chiamare il bambino e insieme a lui lasciano la scuola sotto gli occhi sbigottiti dei compagni. Destinazione segreta, una comunità protetta.
I COMPAGNI- È il fratello sedicenne di T. a dare l’allarme sulla sua pagina di Facebook: in poche ore l’onda emotiva monta e con essa la protesta. I ragazzi si incontrano e scendono in strada, decorano magliette con il nome dell’amico e i cuoricini, ne chiedono la «liberazione» anche su striscioni che qualcuno appende fuori dal Tribunale dei minori al quale spetta ora la parola. I bambini si ritrovano all’oratorio e chiedono l’aiuto del parroco. Le mamme vogliono organizzare una fiaccolata
LA MADRE – Denuncia disperata «un rapimento di Stato» la giovane mamma infermeria che con il figlio non è più riuscita a parlare. « T. è stato portato via senza preavviso nè ragione alcuna», sostiene. Purtroppo sì, lei aveva dovuto assentarsi per una visita medica quel dannatissimo giorno ma «a differenza di quanto si sostiene il bambino non era abbandonato a se stesso ma affidato, come più volte in passato, alle cure di un cugino quarantenne.
«Sono una brava mamma, sono scioccata e indignata, oltretutto mio figlio era stato vittima di bullismo nella scuola, c’è una denuncia e ci sono delle indagini in corso su questa vicenda» racconta la signora che teme piuttosto di dover combattere i pregiudizi di una parte della comunità sulla sua vita di madre single. Oltre a T. la signora deve badare ad altri tre figli, 19, 16 e 7 anni.
L’ASSESSORE – «Il bambino andava messo in sicurezza, non c’era più tempo da perdere e per quanto dolorosa era l’unica cosa rimasta da fare e l’ho fatta», assicura l’assessore ai servizi sociali Gilberto Baldassarri, 36 anni di volontariato e sei da assessore, prima con una giunta progressista e poi con quella di centrodestra. «Capirà che la questione è estremamente delicata e non è possibile entrare nei dettagli» spiega Baldassarri che insiste: «Mi creda il bambino andava messo in sicurezza». Allontanare i minori dalle famiglie «è l’ultimo passaggio, una sconfitta, una cosa che cerchiamo di non fare mai. Il nostro impegno è lavorare con le famiglie e sostenerle ma se nonostante tutto questo i bambini restano in pericolo non possiamo girare la faccia dall’altra parte». «La famiglia in questione era seguita da due anni», sostiene. Falconara, dice ancora Baldassarri, è una amministrazione di soli 28 mila abitanti che «nonostante la crisi e i tagli che certo non ci risparmiano spendiamo 800 mila euro all’anno per l’infanzia». «Non le capisco, ma prendo atto delle proteste». Però che il bambino sia stato portato via durante la ricreazione sotto gli occhi degli altri bambini «è falso» replica Baldassarri: «È stato chiamato in presidenza, gli è stato spiegato bene cosa stava accadendo e perchè. E le assicuro che è sereno»
LA PEDAGOGISTA – «In queste vicende si tende a dimenticare che c’è un diritto dei bambini a essere protetti» spiega Francesca Imbimbo, pedagogista del Caf, il Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia. «Non conosco il caso di Falconara, ma più in generale quando i bambini di famiglie già seguite vengono accompagnati in una comunità secretata con questa modalità, cioè presi a scuola senza preavviso, è perchè c’è il sospetto di abusi. Il bambino è in pericolo, in gravissimo pericolo. Va messo al sicuro»