Stavolta è stato Supermario
Ieri mattina era probabilmente il giocatore più atteso all’incontro fra il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge e la Nazionale azzurra, tanto più che alla sua nomina l’attaccante del Milan aveva voluto inviarli i complimenti personali attraverso il sito ufficiale rossonero, e che la stessa parlamentare si era schierata dalla parte del giocatore quando quest’ultimo era stato vittima di insulti razzisti negli stadi.
Proprio di razzismo, nel calcio e non solo, e di come sconfiggerlo, il ministro era venuto a parlare ai ragazzi di Prandelli, ma Mario Balotelli, incredibilmente, a quell’incontro non si è presentato, preferendo restare a dormire mentre al piano di sotto la Kyenge, in un elegante sala dell’albergo Principe di Piemonte a Torino, citava Martin Luther King e parlava del contributo che la Nazionale di calcio può dare per sconfiggere questa piaga.
All’incontro si è presentata infatti solo una piccola delegazione, composta dal presidente federale Giancarlo Abete, dal capitano Gigi Buffon e da altri 5 componenti della squadra: El Shaarawy, Maggio, Ogbonna, Chiellini e Candreva, che le hanno anche regalato le loro maglie (quela del portiere peraltro autografata da tutti i giocatori). Ma lui, il simbolo di questa Nazionale, e della stessa lotta del mondo del calcio contro il razzismo, non c’era.
Un’assenza che ha messo in imbarazzo, e non poco, la stessa Figc, che per mascherare la ‘gaffe’ si è affannata a ribadire la natura privata e informale dell’incontro (ma ministro e ct erano insieme a un tavolo da conferenza), ricordando che Balotelli invece aveva salutato la Kyenge a maggio a Bologna, prima del match contro San Marino, e nell’occasione le aveva donato la sua maglietta.
La Kyenge, interrogata sul tema dai giornalisti al termine dell’incontro, ha preferito glissare: “Non era importante parlare ai singoli ma alla squadra”, ha detto, ma Balotelli, con la sua dormita, ne ha combinato un’altra delle sue. Salvo poi scusarsi via sms…
