La Casa Bianca ha scelto il cavallo El Baradei
Morti e feriti negli scontri scoppiati in piazza Tahrir al Cairo tra tra sostenitori e oppositori del presidente Hosni Mubarak. L’opposizione intanto ha fatto sapere che l’intifada continuerà fino alla partenza di Mubarak. La tv di Stato ha annunciato che l’attività del parlamento è stata sospesa in attesa che i tribunali si pronuncino sui ricorsi sull’esito delle elezioni legislative di novembre contestate dall’opposizione. Il coprifuoco e’ stato ridotto di due ore e la rete internet ha ripreso a funzionare. El Baradei ha dichiarato di non essere interessato a ruoli nel governo, mentre i Fratelli musulmani respingono l’idea che Mubarak possa restare fino a settembre. L’alto rappresentante dell’Ue Ashton ha sollecitato il presidente Mubarak a fare qualcosa al più presto possibile. Ma l’Egitto rifiuta gli appelli a una transizione immediata del potere.
Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha affermato oggi che il ”dialogo con le forze politiche dipende dalla fine delle proteste”. Lo riferisce l’agenzia di stampa egiziana Mena. Suleiman ha esortato i manifestanti, sia quelli contro il presidente Hosni Mubarak che quelli a favore, a tornare a casa e rispettare il coprifuoco.
E’ scoppiato un incendio al Museo egizio del Cairo a causa del lancio di alcune molotov, secondo quanto annuncia la tv Al Jazira. L’esercito sta tentando di spegnere le fiamme; non è chiaro in quale settore si siano sviluppate.
GLI SCONTRI IN PIAZZA – Un gruppo di manifestanti pro-Mubarak è infatti entrato nel grande spiazzo, sul lato del museo egizio. Si sono verificati piccoli tafferugli tra manifestanti delle opposte fazioni. Un manifestante anti-Mubarak ha detto: ”sono solo duemila”. Gruppi di manifestanti delle opposte fazioni si picchiano e picchiano anche i feriti che man mano vengono portati via, talvolta a spalla da altri manifestanti. Almeno una decina di persone sono rimaste ferite in piazza Tahrir negli sporadici scontri verificatisi tra manifestanti pro e contro Mubarak. Nella piazza Tahrir si sono visti un gruppo di uomini a cavallo in borghese ed almeno uno su un cammello puntare al galoppo contro i manifestanti nella zona nordorientale della piazza. Il gruppo viene dal lato della piazza dove sono raccolti i sostenitori di Mubarak. I manifestanti hanno reagito disarcionandoli e picchiandoli. Vari spari sono stati uditi in piazza Tahrir, al Cairo, dove sono in corso tafferugli fra sostenitori di Mubarak e manifestanti dell’opposizione mentre Al Jazera parla di vittime e numerosi feriti. Manifestanti pro e contro Mubarak si sono fronteggiati in una violenta sassaiola in una via laterale che immette in piazza Tahrir, al Cairo, vicino al museo Egizio. I due schieramenti si lanciano sassi da qualche decina di metri di distanza e in mezzo ci sono alcuni camion vuoti, che vengono usati come riparo. Il Ministero dell’Interno egiziano ha smentito che agenti in borghese si siano mescolati ai manifestanti a piazza Tahrir per provocare le violenze, in corso da un paio d’ore.
I Fratelli musulmani in un comunicato respingono l’idea che il presidente Hosni Mubarak resti fino a settembre. Il leader dell’opposizione egiziana Mohamed El Baradei si e’ detto estremamente preoccupato per gli scontri al Cairo in una intervista con la Bbc. Inoltre el Baradei ha ribadito che il presidente egiziano Hosni Mubarak se ne deve andare.
L’Egitto rifiuta gli appelli a una transizione immediata del potere: lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Hossam Zaki, dopo i ripetuti inviti in questo senso della comunita’ internazionale.
Il rappresentante della Ue Catherine Ashton ha sollecitato il presidente egiziano Hosni Mubarak a ”fare qualcosa il più presto possibile” per rispondere all’urgenza imposta dalla transizione. La Ashton ha risposto ai giornalisti che chiedevano se l’annunciata uscita di scena di Mubarak in settembre non avvenga troppo tardi e non rischi di compromettere il processo di transizione democratica dell’Egitto.
“La transizione cominci ora”: non è stato un appello, è stato un ordine quello che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato da Washington al presidente dell’Egitto, Hosni Mubarak. In un intervento attesissimo, e durato solo quattro minuti, Obama ha pesato con estrema cautela ogni singola parola della sua dichiarazione. Ma nei confronti di Mubarak è stato chiarissimo: il suo discorso televisivo per quanto importante non è stato sufficiente, e gli Stati Uniti si aspettano che “la transizione cominci ora, subito”.
Il Dipartimento di Stato Usa, in una dichiarazione diffusa al Cairo, ha confermato che l’ambasciatore Usa in Egitto, Margaret Scobey, ha avuto oggi un “contatto” con l’ex direttore generale dell’Aiea ed esponente dell’opposizione, Mohamed El Baradei. Il colloquio è avvenuto nell’ambito di un’intensa attività di relazioni compiuta “negi ultimi giorni” per far giungere “ad un’ampia gamma di rappresentanti della politica e della società civile al Cairo” il “forte sostegno” americano “ad una transizione ordinata” in Egitto.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, in un messaggio su Twitter ha precisato che il ministero degli Esteri Usa è preoccupato “per gli arresti e gli attacchi ai media”. “Siamo preoccupati per le detenzioni e gli attacchi ai media in Egitto – ha scritto Crowley nel suo messaggio su Twitter -. La società civile che l’Egitto vuole costruire prevede una stampa libera”.
Evitare le violenze e fare in modo che sia pacifica la via per i cambiamenti democratici, chiede il Dipartimento di Stato Usa. ” Il cammino dell’Egitto verso il cambio democratico deve essere pacifico”.