Così Sacconi definisce i responsabili della crisi economica che ora vogliono la caduta di Berlusconi
ROMA – ”C’è un’incredibile contraddizione tra la capacità del governo di gestire la crisi economica e l’instabilità politico-istituzionale creatasi”. Lo dice in un’intervista al Gazzettino il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, secondo il quale l’instabilità si spiega ”con il persistente desiderio di settori di interessi – prima ancora che della politica – di buttare giù il premier”. ”I veri avversari di Berlusconi – precisa – non sono Bersani, Di Pietro” e non sono ”neanche Fini e gli altri interni che vorrebbero accelerare la successione”, ma vanno individuati ”in quell’ambiente di ‘gnomi de noantri’, cioè di finanzieri impiccioni, moralisti con il prossimo e molto generosi con se stessi, che impazziscono all’idea di un Berlusconi al governo per altri tre anni”. Interessi ”non industriali”, ma che ”preferiscono la politica debole” in una ”stagione di profondi cambiamenti, come la vollero negli anni Novanta. Adesso come allora – dice – viviamo processi di grandi ricomposizioni e riorganizzazioni degli interessi capitalistici”. Per Sacconi ”la politica antagonista a Berlusconi non ha visione alternativa, nè si è resa credibile con proposte sulla crisi che”. Il ministro esprime dubbi sulla possibilità di ricucire lo strappo col presidente della Camera e lancia un appello all”’onore” dei finiani: ”per quante ragioni e critiche possano ritenere di avere, è dignitoso, è leale farsi strumento di questo gioco cinico che non ha dentro di sè un progetto politico alternativo e che ha come unico scopo quello di mandare via Berlusconi?”. In particolare Sacconi si rivolge ”a brava gente come Saia, Urso, Bellotti, Conte, Polidori, figli naturali o adottivi” del Nord Est. ”Il bipolarismo – aggiunge – è irreversibile, nè potrà nascere un terzo polo”.