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Hey Jude

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Perché per sostenere i russi certuni destroterminali si sono ridotti a ragionare come gli ultrà dei partigiani?

Non sono d’accordo ma posso comprendere.
Posso capire che certuni tifino per la Russia e per Putin ingoiando il rospo delle bandiere rosse e i proclami alla denazificazione.
Questi s’immaginano una Russia tradizionalista, bianca, anti-occidentale e nemica della globalizzazione. In realtà si tratta di una Russia capitalista, oligarchico-mafiosa, multietnica, multireligiosa, improntata sui modelli occidentali, ma solamente più brutale e decadente al tempo stesso, e impegnata nella globalizzazione come uno dei players, tra l’altro ferma sostenitrice del Wto.
Oltretutto il rapporto dialettico con gli Stati Uniti a leadership democratica è forte e – insultandosi per la platea – gli uni e l’altra si sostengono reciprocamente.
Ma fin qui si tratta di conoscere o meno le cose e d’interpretarle.
Per alcuni non stanno così e perseguono le proprie illusioni: ci sta.
Ma ci sono cose che proprio non sono perdonabili.

Oggi stessa vergogna di ieri
Non più solo sui social, a opera di eroi da tastiera che al massimo hanno subito una multa per aver bruciato un semaforo rosso o hanno fatto a spintoni allo stadio, ma anche in certi blog di “area”, si leggono epiteti come “nazisti dell’Illinois” o “drogati” o “mercenari di Soros” nei confronti di quei ragazzi che, difendendo la propria Patria, stanno tenendo inchiodata l’armata rossa (tale si considera essa oggi) e conquistando l’ammirazione di tutto il mondo. Ho letto perfino, sempre in blog di “area” che si tratterebbe di milizie naziste che stanno operando una “pulizia etnica”. Loro, non le masse multirazziali lanciate tra Urrah e Allah akbar a sventrare, stuprare e deportare i civili della nazione invasa che quei prodi stanno difendendo!
Schiumerei di rabbia e d’indignazione, ma in realtà mi fermo alla commiserazione. Mi è tornato in mente qualcosa che spiega bene quello che accade e che lo normalizza, perché in Italia è normale.
Dopo la fine della guerra trentamila volontari della Repubblica Sociale Italiana s’iscrissero al Pci o ad organizzazioni affini. La logica era la stessa dei destroterminalputinisti di oggi.
Il primo nemico, si dicevano, sono la Destra e la Reazione, il Pci e l’Urss combattono quelli che dominano l’Occidente.

Rolling, ma nemmeno stones
Anche allora nessuna lettura sensata, dimenticati gli accordi di Jalta, ignorate le connivenze Pci-Oss, anche allora tutto in nome di un antidestrismo e antioccidentalismo assurti a valori assoluti, non  considerando che il fascismo vi si era scontrato per un modello migliore mentre quello per cui intendevano militare allora era invece peggiore, anzi pessimo.
Ma la cosa agghiacciante è che il Pci aveva massacrato in tutte le maniere, fucilando, crocefiggendo, bruciando vivi, i camerati di quelli che ora vi s’iscrivevano!
Aveva macellato i capi e li aveva esposti a testa in giù a Piazzale Loreto.
Per giustificare con se stessi il tradimento infame che stavano commettendo, per non volerlo ammettere, per non guardarsi allo specchio, lanciarono la retorica dei “gerarchi venduti e corrotti” che avrebbero manipolato la loro buona fede. Poi ci furono i processi postumi e si scoprì che quei gerarchi non avevano rubato mai nemmeno un centesimo, ma questo è per la storia. Loro, tradendo, definivano invece traditori e venduti gli altri.
Come coloro che oggi si ritrovano nei Soviet antifascisti, a denazificare, a caccia di tatuaggi, e non più in compagnia del portaparola Achille Lollo, quello che bruciò vivi i fratelli Mattei, solo perché un tumore se lo è portato via da poco.
Può accadere che uno non se ne renda conto, inseguendo le sue costruzioni mentali e il suo “antioccidentalismo” ipotetico, ma quando anziché farne una posizione logica e razionale inizia a parlare e a ragionare come gli Achille Lollo, vuol dire che la sua anima è precipitata in un pozzo senza fondo. Ma non scandalizziamoci troppo: in Italia è ricorrente.

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