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I padrini battezzano Saviano

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e ci fanno la morale

La politica italiana non fa abbastanza nella lotta alla mafia. Lo scrive J. Patrick Truhn, console generale Usa a Napoli, in un dispaccio del giugno 2008 pubblicato da Wikileaks. Il diplomatico riconosce però l’impegno delle associazioni imprenditoriali, gruppi di cittadini e della Chiesa. “Lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale”, annota il console americano.

Tra le fonti citate da Thrun nello stesso cablo lo scrittore Roberto Saviano: “Come ci ha ricordato l’autore di Gomorra il tema della lotta alla mafia è stato virtualmente assente dalla campagna elettorale di marzo-aprile” del 13 e 14 aprile 2008. Il console suggerisce che Washington dovrebbe “comunicare al nuovo governo italiano che la lotta al crimine organizzato è una seria priorità del governo Usa, e che i drammatici costi economici della criminalità sono un argomento convincente per una azione immediata”.

“Saviano, bussola morale”
Roberto Saviano, per Thrun, è una bussola morale per la lotta alla criminalità. Un autore che è sulla buona strada per diventare un modello reale nella battaglia a camorra, ‘ndrangheta e mafia.

Dubbi sul ponte dello Stretto
Il ponte sullo Stretto “servirà a poco senza massicci investimenti in strade e infrastrutture in Sicilia e Calabria”, scrive ancora Truhn, che analizza la situazione in Sicilia dopo lo scontro politico tra Raffaele Lombardo e “il partito del premier Silvio Berlusconi”. La maggiore sfida allo sviluppo economico in Sicilia rimane la mafia, che potrebbe ben essere il principale beneficiario se il ponte sullo Stretto di Messina, di cui si parla da secoli, venisse eventualmente costruito. Il ‘grandstanding’ (teatrino) politico – scrive ancora il diplomatico – ha bloccato una operazione di trivellazione per gas lo scorso anno e “minaccia di rinviare un importante sistema di comunicazione satellitare della Marina statunitense”, si legge nel dispaccio.

Giudizi poco lusinghieri su Lombardo
Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, “ha poco tempo per i funzionari stranieri”, e come presidente della Provincia di Catania ha concesso “solo una telefonata di 5 minuti” con il console generale Usa a Napoli, mentre da presidente ha rifiutato di “ricevere sia l’ambasciatore Ronald Spogli che il personale diplomatico di Palermo”, scrive Thrun.

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