Home Alterview Il fantasma della libertà

Il fantasma della libertà

0


Ovvero sesso, pregiudizio e pretese giuridiche in una jungla sociale

Il caso di Leonardo Apache La Russa ha assunto aspetti d’affare di Stato perché è figlio del Presidente del Senato. Il che tutto fa meno che aiutare a chiarire i fatti.
Il ragazzo (e con lui suo padre) è stato già processato dall’opinione pubblica, a prescindere dagli elementi in possesso.

I processi già fatti
A quanto si sa fino ad oggi, una ragazza lo accusa di averla stuprata. Il che sarebbe accaduto dopo una lunga serata in discoteca in cui ella avrebbe assunto droga, tranquillanti e alcool. La mattina dopo si è risvegliata nel letto del ragazzo che – sempre a suo dire – le avrebbe ricordato che avevano avuto un rapporto sessuale. Non rammentando nulla, ella ha dedotto che non fosse consenziente e che fosse stata abusata. Ma non sa. Non sa neppure se c’è stato un rapporto.
Impossibile dire, allo stato delle versioni note, se esistano elementi per procedere nei confronti del giovane. Ma questo dovremmo lasciarlo decidere alla Magistratura. Invece sono stati celebrati i processi mediatici.  Alcuni per pura e semplice faziosità politica, altri nel nome di tutti i dogmi del femminismo.

Legge ineguale
Per i dogmi del femminismo il maschio è sicuramente colpevole in quanto maschio. La donna ha ragione in quanto donna. Se essa sostiene di essere stata abusata, non solo non servono prove, ma anche il solo domandarle è prova di uno schifoso maschilismo che sottintende la colpa delle donne in quanto donne. È bizzarra questa nuova filosofia del Diritto per la quale esso non vale per tutti ma, se esiste una categoria “protetta” (femmina, gay, immigrato) non serve stabilire come sono andati i fatti e se c’è o meno colpevolezza: essa è tale per definizione.

Innocenti al rogo
Eppure esistono diversi casi d’ingiustizia giuridica. I più noti sono quelli del leader dell’ultrasinsitra Popi Saracino che nel 1981 fu mandato in galera da una sua alunna che sosteneva di essere stata forzata ad un rapporto sessuale con lui, ma aveva mentito al punto che l’imputato venne assolto con formula piena e da un giudice donna.
Clamoroso fu il caso di Carlo Parlanti, estradato nel 2004 dalla Germania, dove era in scalo, verso gli Stati Uniti dove era stato accusato dalla sua ex moglie, americana, di essere stata stuprata da lui durante il matrimonio. In carcere negli Usa, Parlanti contrasse l’epatite.
Questi sono dei casi illustri, ma non sono di certo isolati. Se basta un’accusa senza elementi a sostegno per far arrestare e magari condannare un cittadino, si sta come in Unione Sovietica.

Sesso androidale
La questione è così spinosa che negli Stati Uniti, in diversi luoghi di lavoro, c’è il licenziamento in tronco di due dipendenti se prima di avere un rapporto sessuale essi non abbiano firmato un contratto e non lo abbiano sottoposto all’ufficio del personale. Molto romatico, molto erotico e molto eccitante!
Vogliamo finire davvero così?
Siamo in piena follia, all’interno di quella guerra civile di tutti contro tutti, sessi compresi, che Eric Werner aveva così lucidamente previsto per la nostra decadenza sociale e per la tenuta delle nuove oligarchie che sono composte da lobbies varie e ideologizzate fino alla demenza.

Intanto muoiono come mosche
Ognuno ha una sua particolarità privilegiata purché non assommi l’essere eterosessuale, maschio e bianco. E se poi ha l’aggravante di essere fascista… Ma intanto siamo in piena schizofrenia perché mentre ci si riempie la bocca con le ossessioni antimaschio non abbiamo trovato modo di proteggere le donne minacciate di morte dai loro partners che cadono come mosche.
Avviene anche l’opposto, ma nel rapporto di 9 a 1 perché in questa totale follia dissociata e omicida le donne sono fisicamente più deboli e intanto – proprio perché è venuta meno la cultura patriarcale – sono venuti meno anche il rispetto maschile nonché il ruolo di protezione nei confronti della donna.

Sentenze miti
Ma non è tutto. I maschi vengono messi alla berlina, al rogo mediatico, colpevolizzati per principio, ma poi ci sono le sentenze e queste sono spesso incredibilmente blande. Branchi di stupratori condannati a pochi anni di carcere fronte agli eoni comminati per “Me too”!
Siamo una società senza capo né coda, senza la più pallida idea di equità e di giustizia, in preda a tutte le sue contraddizioni che – come aveva così perfettamente indovinato Buñuel – si basa tutta sulla mediatizzazione. Anche della pena non necessariamente scontata.
Un’accozzaglia di strilli e guaiti, con gli indici accusatori sempre tesi da improvvisati giudici Lynch e pessimi commissari politici. Pardon: politici/he. O, se lo ritenete più giusto, politiche/i, fate vobis!

Exit mobile version