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Il futuro in catene

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Il progresso si è avvitato su se stesso 

La schiavitù, nel Regno Unito, esiste ancora. E, dalle stime della National Crime Agency, uno schiavo su quattordici è un suddito di Elisabetta II.

  Il Daily Mail ha ascoltato alcuni dei responsabili dell’agenzia nazionale britannica contro il crimine che ha fatto luce su uno degli aspetti più inquietanti dell’economia e della vita sociale all’alba del terzo millennio. I numeri pubblicati nell’inchiesta del tabloid inglese sono inquietanti: secondo lo Uk Human Trafficking Center, ben 2.744 persone sono cadute – nell’ultimo anno – nella tela degli schiavisti. Quasi 500 in più rispetto al 2012, quando le vittime del mercimonio di carne umana vennero stimate in 2.255. Di questi, si stima che 602 siano bambini “molti dei quali sono costretti ad elemosinare, a prostituirsi o a lavorare come schiavi domestici”. Secondo gli esperti, tra coloro che chiedono l’elemosina agli angoli delle strade c’è una grossa prevalenza di piccoli schiavi arrivati apposta dalla Slovacchia. Dietro il lucroso affare del secolo ci sono, manco a dirlo, le gangs e i cartelli criminali impegnati in una joint-venture transnazionale in grado di rifornire con sorprendente regolarità il mercato del sesso e della manodopera a bassissimo prezzo di “carne” fresca. Per evitare malintesi (e soprattutto per impedire la fuga alle loro vittime) marchiano gli schiavi con dei tatuaggi. Come fanno gli allevatori di bestiame per riconoscere le loro mandrie, marchiando gli animali, così i trafficanti imprimono il loro attestato di proprietà sulla pelle della “merce”.

 

I disperati arrivano nel Regno Unito da 86 Paesi diversi, la maggior parte giunge in Inghilterra dall’Est Europa, per lo più da Romania e Polonia. La novità, però, è che i negrieri 3.0 riescono ad arruolare schiavi anche tra i sudditi di sua maestà. Le stime delle forze dell’ordine riportate dal Daily Mail ipotizzano che ogni 14 schiavi ce ne sia 1 di nazionalità britannica. Si tratterebbe, per lo più, di gente pescata nel mare magnum della povertà e della disperazione: drogati, alcolizzati, vagabondi e senza tetto. Una parte di loro verrebbe praticamente dirottata tra Svezia e Norvegia ad asfaltare le vecchie e nuove autostrade che attraversano la Scandinavia. Il trend tracciato dagli analisti dell’Nca è rafforzato dalle inchieste più recenti. Nel 2012, infatti, durante un’operazione di polizia, vennero arrestati alcuni membri della “famiglia” dei Connors accusati proprio di aver indotto tossicodipendenti e alcolisti poveri a trasformarsi in schiavi tutto fare. Il pericolo di finire nelle spire dei trafficanti di esseri umani è così elevato da indurre la Nca a varare una campagna d’informazione dal titolo “La schiavitù è molto più vicina di quanto tu possa pensare”. 

 

 

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