Le gesta del rivoluzionario Guevara analizzate da Adinolfi e Tassinari
Uno scontro ideologico che ha visto schierati due poli estremi del pensiero politico nazionale, un comunista di vecchio stampo con un passato nell’Autonomia come lo storico Ugo Maria Tassinari e un fascista puro sangue come Gabriele Adinolfi cofondatore di Terza Posizione. Due intellettuali che prendendo come punto di partenza la vita, le gesta di un personaggio “mitico” come Ernesto Che Guevara sono arrivati fino all’attualità. Tutto questo nel corso di un dibattito aperto in cui le regole della comunicazione istituzionale sono state stravolte per lasciare il posto agli interrogativi di quanti volevano comprendere le ragioni di una provocazione voluta da Casapound Italia nella sala conferenze della Mediateca Provinciale di Matera, e che ha preso come spunto una figura che è il simbolo degli ideali di libertà e dei principi di rivoluzione della sinistra. E chiaramente le contestazioni non sono mancate soprattutto quando un gruppo di giovani si sono appellati all’antifascismo per contestare la presenza di Csp accusata di volersi impossessare di una figura distante dalla propria visione politica. Accusa a cui ha subito dato pronta risposta Tassinari affermando che ?le discussioni sulla negazione del fascismo oggi non fanno presa. Non possiamo infatti negare che il Paese è nelle mani di Berlusconi e i risultati elettorali hanno dimostrato che oggi l’Italia si riconosce nella destra?. Digressioni a parte, la discussione ha poi preso una diversa piega vertendo questa volta sul tema scelto. “Che Guevara – spiega Adinolfi – è un personaggio epico, romantico di cui ammiro la figura esistenziale, la sua forte coscienza critica, la capacità di fare autocritica mettendosi sempre in discussione, in più ricalca il mito della rivoluzione permanente, che deve partire da dentro con tutti i sacrifici che essa comporta. Tuttavia – aggiunge – quando si parla di Che Guevara si deve sempre tenere in considerazione il periodo storico in cui la rivoluzione si è consumata, e dunque un quadro geopolitico profondamente mutato che rende impossibile qualsiasi attualizzazione degli ideali di Che Guevara. Il parallelismo non è fattibile”. Anche perché sottolinea Tassinari “il Che rappresenta il mito di chi vuole credere in un altro mondo. Pochi anni fa in America ha vinto le elezioni Obama rompendo gli schemi con la tradizione. Ma nonostante tutto non è riuscito a fermare il potere delle banche, in pratica non è riuscito a imporre le ragioni di un riformismo moderato”. Insomma i tempi sono mutati, il quadro politico è profondamente cambiato e con esso idee e ideali. Forse bisognerebbe guardarsi dal potere della Lega o forse semplicemente riflettere sul passato con uno sguardo al futuro dimostrando quell’apertura mentale costruttiva che chissà permetterà alle giovani leve di costruire un mondo “altro”, diverso.