Il Kosovo dei narcos e degli espiantatori d’organi si dà una veste democratica
Il premier uscente, Hashim Thaci, ha praticamente vinto le prime elezioni politiche da quando nel 2008 unilateralmente il Paese dichiarò la sua indipendenza dalla Serbia. Sono stai chiamati a votare 1.630.636 elettori, dei quali oltre 73 mila per la prima volta.
A monitorare gli oltre 2.300 seggi vi sono migliaia di osservatori locali e internazionali, viste le forti preoccupazioni per la corruzione dilagante e la terribile situazione economica in cui versa il Paese. Per le strade della capitale Pristina sono iniziati i festeggiamenti non appena sono stati resi noti i primi risultati degli exit poll che danno il Democratico del Kosovo (Pdk) al 31% delle preferenze. Un solido vantaggio rispetto al 25% che avrebbe ottenuto la Lega Democratica del Kosovo (Ldk) guidata da Isa Mustafa, sindaco di Pristina, e all’11,97% di Vetevendosje (Autodeterminazione) del radicale Albin Kurti, ma i dati ufficiali si avranno solo in tarda giornata. “E’ un voto per un Kosovo europeo, un referendum sul buon governo” ha affermato Tachi a caldo alle prime proiezioni del voto. “Il cammino del Kosovo non finisce qui – ha sottolineato – ma continua verso l’integrazione europea e la Nato, perché oggi il Kosovo ha dimostrato di essere un paese democratico”?. Ha ribadito ai sostenitori in festa. “Dobbiamo superare le divisioni e lavorare assieme”? .
Da segnalare la scarsissima affluenza al voto da parte della minoranza serba. Nella notte si sono anche registrati scontri nel centro di Pristina fra sostenitori del Pdk e della Ldk: la tv kosovara ha mostrato le immagini degli incidenti non lontano dal Grand Hotel. Se dovesse vincere il PDK di Thaci, soprannominato “il serpente” quando era comandante dell’UCK (Esercito di liberazione del Kosovo, una vera e propria milizia del nacotraffico), avrà il diritto di reclamare tutte e tre le principali cariche nazionali: presidenza della repubblica, guida del governo e presidenza del Parlamento. Ma il nuovo governo dovrà soprattutto aprire un tavolo di trattative con la Serbia su questioni vitali e concrete per il suo stesso futuro.