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Il paradiso dei diritti umani

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Ma nessuno imparerà la lezione e i media continueranno a incitare gli Spaccarotella


“Io urlavo ma i poliziotti continuavano a colpirmi. Avrei voluto spiegare le mie ragioni”. E’ ancora molto provato Stefano Gugliotta per quello che ha vissuto la notte della finale di coppa Italia Inter-Roma quando ha subito l’arresto e il pestaggio da parte della polizia.Accompagnato dalla madre, dal padre e dai suoi legali  a Roma il giovane ha incontrato la stampa nello studio legale Piraino, all’indomani della scarcerazione. “Sono ancora pieno di lividi – dice – stanotte ho dormito appena tre ore perché pensavo a tutto quello che ho vissuto”. Stefano ricostruisce quella notte: “Ho cenato a casa mia e poi sono uscito per festeggiare il compleanno di mio cugino. In viale Pinturicchio la polizia mi ha intimato l’alt e io mi sono fermato. Lì un poliziotto mi ha colpito e io con la mano ho cercato di tenerlo lontano. A colpirmi sono stati alla fine sette o otto poliziotti”.
“Dimenticare è difficile. In carcere ho vissuto giorni pesanti, ma ho sentito anche la solidarietà di molti – dice Stefano – Spero di tornare presto alla vita di tutti i giorni, voglio lasciarmi alle spalle tutto quello che è successo. Questo clamore non mi appartiene: io faccio il facchino, mio padre l’autista, mia madre lavora a ore e mio fratello sta imparando a fare il barbiere, usando me come cavia”.
Nonostante tutto il giovane si dice ”fiducioso, la giustizia farà il suo corso. E’ necessario abbassare i toni. Ringrazio la mia famiglia, la magistratura, la stampa, il ragazzo ‘un santo’ – ha spiegato – che ha fatto il filmato, per tutto quello che hanno fatto per me. Purtroppo di positivo di questa storia non posso tirare fuori nulla”. Al termine dell’incontro con i giornalisti Stefano ha voluto ringraziare anche la sua fidanzata, Flavia, per l’appoggio: “La amo, mi è stata vicina sempre”.
Alla madre di Gugliotta sono arrivate le scuse tramite un alto funzionario di polizia a nome del questore e del commissariato. A riferirlo è stato il legale di Stefano, che ha voluto anche lui ringraziare la stampa “per il ruolo importantissimo che ha avuto” e la Procura di Roma “per l’altissimo senso morale”. “Attenderemo i risultati delle indagini – ha spiegato Cesare Piraino – e ci difenderemo nel processo. Prenderemo provvedimenti solo nel caso ci siano comportamenti irriguardosi o di calunnia”.
“Se non ci fosse stato il filmato – ha poi aggiunto – i tempi sarebbero stati più lunghi ma la verità sarebbe comunque emersa perché la gente del quartiere dove è avvenuto l’arresto si è prodigata nell’immediatezza, ha partecipato in maniera attiva. Anche la stampa si è impegnata nella difesa di un ‘debole’. La stessa polizia si è prodigata dopo quello che è accaduto in maniera corretta e senza riserve”.
Intanto continuano a piovere critiche anche sul ricorso all’arresto. “Perché al cittadino Gugliotta, tratto in arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale (ora vediamo di che pasta era fatta l’incolpazione: ma non è questo il punto), è stata applicata la custodia cautelare e perché in carcere?” si chiede in un comunicato la camera penale di Roma, “che sta lavorando a una proposta di riforma dell’istituto della custodia cautelare in grado di prevenire la quotidiana pratica abusiva che ne viene operata in tutti i fori italiani”.

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