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Il postino non suona sempre due volte

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Invece di consegnare la posta la ammassavano in un deposito fino a stiparne 29 quintali.

 

LECCE – Quintali di lettere inviate al macero senza che fossero mai state recapitate ai destinatari. Bollette, comunicazioni, estratti conto, riviste e posta di ogni genere vanamente attesa dai legittimi proprietari. È quanto scoperto dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Lecce. Le fiamme gialle salentine, guidate dal colonnello Patrizio Vezzoli, dopo aver ricevuto le proteste e le denunce di alcuni cittadini di Lecce e di alcuni comuni che circondano il capoluogo salentino, hanno iniziato a indagare sulla vicenda. L’attività di indagine, iniziata circa due mesi fa, ha permesso di ricostruire in ogni dettaglio procedure e movimenti della corrispondenza non consegnata. In particolare i finanzieri hanno intercettato una delle consegne periodiche, in media ne avviene uno ogni 15-30 giorni, di carta inviata da un ufficio delle Poste salentine alla ditta specializzata, che ha sede nella zona industriale che si estende fra Nardò e Galatone, per il macero. Dai primi riscontri eseguiti anche grazie alla preziosa collaborazione di alcuni responsabili delle Poste, è emerso che su 29 quintali inviati (22 di corrispondenza, 7 di altra documentazione cartacea), almeno 3 quintali di posta (le verifiche sono ancora in corso), non avrebbero dovuto finire al macero. Il recapito della posta, infatti, non sarebbe mai stato neanche tentato, o comunque non sarebbe stata messa in atto la procedura diretta alla consegna delle buste agli effettivi destinatari, alla quale segue la compilazione di uno specifico modello (24B) che attesta le motivazioni del mancato recapito.

LA MODIFICA – In altri casi, invece, l’indirizzo o il nome del destinatario venivano segnati come inesistenti o trasferiti senza alcuna verifica. Cinque le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Lecce e iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di due funzionari di Poste italiane, due capi reparto e un capo squadra. Le ipotesi di reato sono di abuso d’ufficio; violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, e appropriazione indebita. In alcuni casi, infatti, il personale avrebbe anche incassato i cosiddetti premi produzione per aver eliminato tutta la posta giacente. Potrebbe essere stato proprio il raggiungimento di questo obiettivo a spingere alla distruzione della corrispondenza. Al momento è ancora in corso l’attività di estrapolazione dal rimanente quantitativo delle missive per cui dovevano essere osservate le procedure. Un’ attività che, come detto, si sta svolgendo in collaborazione con personale delle Poste. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Angela Rotondano. Tra la posta destinata al macero e al riciclo della carta ci sarebbe stata anche corrispondenza erroneamente giunta a Lecce e destinata ad altre province come quella di Bari. Tra i casi singolari emersi, anche quello delle Gazzette ufficiali destinate a un noto parlamentare romano d’origine ma salentino d’adozione.

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