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Il sangue e la bava

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Le menzogne di Al Jazeera a copertura dei contractors che sparano sui siriani

•    Neppure i bambini sfuggono ai nemici della Siria che, dopo aver partecipato agli omicidi e all’incitamento alla violenza, speculano su quanto sta avvenendo nel Paese. Sembra infatti che, secondo loro, lo spargimento di sangue dei siriani sia ammissibile e la sua commercializzazione avviene attraverso il canale “Al Jazeera”, che sputa veleno sulla storia del bambino Sari Saud, quasi a riassume le aggressioni subite dalla Siria, sia con finanziamenti e armi, sia attraverso i canali satellitari.
La famiglia del piccolo martire ha affermato che il bambino è morto a causa delle pallottole dei gruppi terroristici armati ad Homs, e sono essi che devono dunque assumersi la responsabilità di quanto accaduto, con la partecipazione di “Al Jazeera”, che sponsorizza il terrorismo e ha diffuso la menzogna secondo cui Sari sarebbe stato ucciso dalle forze dell’ordine.
La madre del piccolo ha aggiunto che, se le forze dell’ordine fossero state presenti, suo figlio sarebbe ancora vivo, e ha rivolto un appello al governo perchè i soldati tornino a presidiare le strade per proteggere i civili.
•    Durante l’inseguimento di gruppi terroristici armati nella provincia di Homs, le forze dell’ordine si sono scontrate con alcuni dei loro membri, fra cui pericolosi ricercati, e sequestrando le loro armi.
Le autorità competenti hanno inoltre fatto irruzione in un edificio arrestando un gran numero di membri di gruppi terroristici armati e sequestrando grandi quantità di armi e munizioni, e ciò in seguito alle indagini svolte su uno dei covi delle bande di terroristi presenti nella città.
Le autorità hanno anche confiscato, vicino ad una chiesa, diversi tipi di armi, munizioni e ordigni fabbricati a mano pronti per essere fatti esplodere a distanza, scontrandosi poi con un gruppo di uomini armati a bordo di una macchina, tre dei quali sono rimasti uccisi e altri feriti. Sono stati sequestrati tre fucili di fabbricazione russa, un lanciarazzi RPG, molti proiettili, un fucile di precisione, due pistole, un sistema di comunicazione moderno e diverse granate.
In un’altra zona è stata messa sotto sequestro un’abitazione destinata alla tortura e una catapulta per il lancio di molotov.
Nella provincia di Idlib le pattuglie preposte alla difesa degli oleodotti sono state aggredite da gruppi terroristici armati con cui ci sono stati degli scontri che hanno portato alla morte e al ferimento di alcuni membri di questi gruppi e al sequestro dell’auto guidata dai terroristi, in cui sono state trovate munizioni e armi, fra cui una mitragliatrice PKS. Sono rimasti feriti anche quattro uomini  della pattuglia.
Sempre nella provincia di Idlib, un gruppo terroristico a bordo di due motociclette ha sferrato un attacco contro una pattuglia della sicurezza che li ha affrontati uccidendo uno di loro e ferendone un altro. Un terzo, che è stato catturato, aveva con sè delle armi e un ordigno pronto ad esplodere a distanza.
•    In data 27/11 un gruppo terroristico armato ha rapito il giudice Fayz Askar, che lavora come consigliere presso la Corte di Cassazione di Hama. Secondo fonti ben informate, il gruppo avrebbe rapito il giudice con la sua auto ad Homs, mezz’ora dopo essere uscito di casa, per portarlo poi in un luogo sconosciuto.
•    Il comando generale dell’esercito e delle forze armate ha dichiarato in un comunicato che in data 24/11 un gruppo terroristico armato ha perpetrato il feroce assassinio di sei piloti, un ufficiale e tre sottoufficiali tecnici che lavoravano presso una base aerea militare mentre viaggiavano da Palmira a Homs. Nel comunicato si legge che il comando generale dell’esercito e delle forze armate ritiene che gli unici a beneficiare di tale atto terroristico siano i nemici della Patria, in primo luogo Israele,  e ha confermato la determinazione delle forze armate nel continuare ad eseguire tutti i compiti e le missioni assegnate e la propria costante disponibilità a difendere la sicurezza della Patria e dei cittadini, affrontando con fermezza chiunque minacci la sicurezza nazionale e la sua stabilità.

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