Così cortesi nel fallimento programmato
Forum Ambrosetti, Cernobbio: i vertici dell’alta finanza e del’imprenditoria italiana nell’apoteosi dello splendore: lusso, buone maniere, tavole imbandite, sfoggio di merce firmata. Mantenere un basso profilo? Neanche per sogno! Tutti d’accordo sul Monti-bis, ovviamente. Ovvero quel governo che continua a rimandare i piani per la crescita e lo sviluppo e che ha puntato tutto sul ripianamento del debito pubblico e sulla ricapitalizzazione delle banche (tramite la BCE) per permettere all’Italia di ben figurare di fronte ai mercati e alla speculazione, con l’unico risultato, tuttavia, di aggravare la recessione. Tasse sugli immobili, flessibilizzazione del mercato del lavoro, riforma delle pensioni, accise sui carburanti e sull’energia (che hanno causato un’inflazione generalizzata) tra i provvedimenti che hanno visto la luce. Fallimento, di contro, delle tanto decantate liberalizzazioni delle professioni, mancata semplificazione delle pratiche per l’avvio di attività economiche, nulla ancora su corruzione, giustizia e abbassamento del cuneo fiscale, niente riduzione dello stipendio dei parlamentari.
L’importante, però, è comprendere che siamo di fronte non ad un fallimento, ma ad una strategia ben precisa, creata ad hoc per salvare dalla crisi proprio l’oligarchia finanziaria e bancaria che quella crisi stessa ha generato, succhiando, senza alcun criterio di progressività , ma indiscriminatamente, dal resto della popolazione e gravando, soprattutto, sulle classi medio–basse.
Al Forum Ambrosetti ci avrei visto molto bene gli operai dell’Alcoa, del’Ilva e del Carbosulcis, gli esodati, i cassintegrati della Fiat e dell’Alitalia, gli studenti disoccupati, i tre milioni e mezzo di italiani poveri . Non per l’ennesima discussione “democratica”, ma per una feroce e definitiva resa dei conti!