L’allarme circola da giorni tra prefetture e questure di mezz’Italia: “Senza di loro, saltano gli Sportelli unici”. A rischio sono i precari assunti per le pratiche dell’immigrazione: 1.300 lavoratori a tempo determinato o interinali. Un esercito di impiegati, alle prese ogni giorno con domande per sanatorie, decreti flussi, ricongiungimenti familiari, permessi di soggiorno. Tutti in scadenza, però: a fine luglio gli interinali, a fine anno i contratti a tempo determinato. Il governo esclude la stabilizzazione. Le conseguenze? La paralisi burocratica, a meno di non togliere altrettanti agenti di polizia dalle strade e metterli dietro agli sportelli.
A mandare avanti gli Uffici immigrazione delle questure e gli Sportelli unici delle Prefetture sono infatti da anni i lavoratori precari. La prima infornata avvenne nel 2003: per sveltire le pratiche della grande sanatoria seguita alla legge Bossi-Fini, vennero reclutati 650 lavoratori interinali. Dopo tre anni e mezzo di rinnovi, nel 2007 arrivò il concorso per 650 contratti a tempo determinato. Ora, dopo una proroga di un anno, il 31 dicembre 2010 tutti questi lavoratori scadranno: un incubo per loro e per gli oltre quattro milioni e mezzo di “nuovi italiani” che si affidano ogni giorno al loro lavoro.
Non solo. L’8 gennaio 2010, il Viminale ha aperto le porte ad altri interinali: 650 nuovi impiegati, reclutati dall’agenzia GI Group e affiancati da quest’anno ai 650 precari di lungo corso, nelle prefetture più gravate dal lavoro. Quest’ultimi lavoratori scadranno ancora prima: precisamente il 31 luglio prossimo, salvo rinnovi.
“Con noi sono nati gli Sportelli Unici – spiega Alessia Pantone che con Cristiano Ceccotti presiede il “Comitato 650″ dei lavoratori a tempo determinato (attivo su Facebook 1) – , smaltiamo tutte le pratiche della sanatoria del lavoro domestico, seguiamo i ricongiungimenti familiari e i decreti flussi, aiutiamo gli agenti di polizia per i permessi di soggiorno e presto dovremo gestire anche i nuovi test d’italiano per chi chiede la carta di soggiorno. Come andrà avanti ora questa mole di lavoro? In tutta Italia – sostiene Pantone – i precari sono ben oltre il 70% degli impiegati degli Sportelli Unici. Un esempio? A Roma su circa 80 lavoratori, quelli a tempo indeterminato sono solo sette”.
Sul caso, rispondendo a un’interpellanza parlamentare del Pd, si è espresso l’8 luglio scorso il sottosegretario all’Interno, Francesco Nitto Palma: “La stabilizzazione non è al momento consentita dalle esigenze di contenimento del disavanzo pubblico, che ha portato ad interventi di eccezionale rigore. Peraltro, le misure di razionalizzazione e di contenimento dei costi delle pubbliche amministrazioni hanno imposto al ministero dell’Interno un ulteriore riduzione delle dotazioni organiche del personale”. Insomma, cattive notizie per i precari e per le famiglie migranti.
“Come faranno senza di noi? – si chiede Alessia Pantone – Impiegheranno gli agenti di polizia o con un’ordinanza di protezione civile prenderanno al volo nuovi interinali?”.
Già, ridimensionare il problema regolamentando e riducendo la massa immigrata è un’ipotesi che non prendono in considerazione…