Israele incassa condanne unanimi senza precedenti
Il bagno di sangue ha scatenato un diluvio di proteste, convocazioni di ambasciatori, tensioni di piazza, mentre le imbarcazioni – passate sotto controllo israeliano – venivano dirottate nel porto di Ashdod (sud di Tel Aviv), con a bordo anche gli attivisti italiani decisi adesso a opporsi al rimpatrio forzoso.
La Turchia (partner storica ma da mesi in grave crisi di rapporti con lo Stato ebraico) non ha esitato a richiamare il proprio ambasciatore in Israele e il premier Tayyip Erdogan ha definito l’attacco terrorismo di Stato.
L’Onu: siamo scioccati. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, condanna l’assalto e si dice scioccato. In serata ieri riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu ha richiesto una rapida inchiesta e il rilascio dei volontari detenuti.
La Ue ha condannato l’uso della violenza da parte di Israele e chiesto un’immediata, completa ed imparziale inchiesta sugli eventi e le circostanze in cui si sono verificati?. E’ quanto si legge in un comunicato al termine della riunione di emergenza degli ambasciatori Ue a Bruxelles.
Da molte capitali europee era già stato espresso sconcerto.
Profondo rammarico per la perdita di vite umane è stato manifestato anche dagli Stati Uniti – insostituibili alleati di Israele – per bocca del presidente Barack Obama. In un colloquio telefonico con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, Obama ha rimarcato la necessità di portare alla luce tutti i fatti il prima possibile.
Per la Casa Bianca si tratta di un brutto colpo che rischia di pregiudicare le già fragili speranze di ripresa del processo di pace israelo-palestinese.
Per il governo Netanyahu di un danno d’immagine potenzialmente catastrofico. Il premier, che si trovava in visita in Canada, ha dovuto annunciare un precipitoso rientro in patria, dopo aver annullato di comune accordo un previsto vertice con Obama. Vertice che oggi avrebbe potuto sancire un clima di maggior sintonia dopo le frizioni dei mesi scorsi – insolitamente esplicite – sul tema del congelamento degli insediamenti ebraici.
Dal mondo arabo sono partite accuse di pirateria contro Israele. E nei territori palestinesi le piazze si sono riempite di migliaia dimostranti. A Gaza la leadership di Hamas ha proclamato una giornata di collera contro il “nemico sionista”, invocando l’intervento della comunità internazionale e la fine del blocco. Dalla Cisgiordania, il presidente moderato dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, ha bollato a sua volta il blitz come un massacro.
Riunione speciale della NATO. Gli ambasciatori dei paesi membri della Nato terranno oggi una riunione speciale su richiesta della Turchia. Lo ha annunciato il portavoce, James Appathurai. “Una riunione del Consiglio dell’Atlantico del Nord” che riunisce i 28 ambasciatori dei paesi della Nato “è in preparazione per domani pomeriggio a Bruxelles presso la sede dell’Alleanza”.
Ambasciatori convocati. Anche Egitto e Austria, dopo i governi di Grecia, Spagna, Svezia e di molti altri Paesi europei, hanno convocato gli ambasciatori israeliani nei rispettivi Paesi, sull’onda del sanguinoso attacco della notte scorsa.
Nel frattempo, a Ramallah, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha contattato per telefono la Casa Bianca, l’Onu e la Turchia per discutere “gli sviluppi dell’azione di pirateria israeliana contro la ‘Freedom Flottilla’”. E’ quanto riferisce un comunicato del gabinetto di Abbas, rilanciato dall’agenzia palestinese ‘Wafa’. Alla Casa Bianca, Abbas ha comunicato “la sua ferma protesta per l’attacco israeliano”, mentre al presidente turco Abdullah Gul ha presentato le sue condoglianze per “le vittime turche”, augurando “pronta guarigione ai feriti”. Abbas ha inoltre contattato il segretario generale dell’Onu, Ban-Ki-moon, per aggiornarlo sulla situazione.
Ababs e Gul “hanno deciso di portare questo caso di pirateria israeliana presso le sedi internazionali, soprattutto alla luce del fatto che l’attacco è avvenuto in acque internazionali e contro una nave che portava aiuti umanitari alla popolazione di Gaza”.