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Il vero nome della rosa

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In Giappone il Fiore di pesco. Capace di resistere sul ramo ad un forte vento.
In Europa la Rosa. Che sboccia nell’alba, si apre al Sole, profuma, e nel tramonto già appassisce. Simbolo il primo del durevole, la seconda della fugacità.
Ma Nitobe su questo si sbagliava. La rosa non è simbolo dell’effimero, bensì della capacità di cogliere l’attimo in cui la bellezza assoluta si palesa. Per poi tornare rapida, a velarsi.
È così nel “Roman de la rose” – chiunque ne sia l’autore – e nella versione in volgare fiorentino di tal Durante. Dietro al quale, forse, è possibile intravvedere un Dante giovane, ancora allievo di Brunetto Latini, visto che il linguaggio è quello del prezioso “Tesoretto”.
Perché la rosa è metafora della Donna. O meglio dell’attimo incantato in cui si percepisce in una Donna il “femminino eterno” di cui parla Goethe.
Dietro al tema, come sempre, vi è Platone. Il mito dell’androgine, nella peculiare declinazione propria della lirica dai Trobadores di Provenza sino all’Alighieri ed oltre. Declinazione complessa. Che va dal gioco di seduzione del “Rosa fresca aulentissima” di Cielo (o Ciullo) da Alcamo a Beatrice che siede nella Rosa dei Beati.
Giochi letterari? Forse. Eppure la nostra Rosa – rigorosamente rossa di passione – rappresenta bene il mistero, tutto occidentale, dell’innamoramento.
In mille vedono passare una Donna per le vie della città, ma solo uno coglie, come in un attimo di illuminazione, lo splendore assoluto della sua bellezza. L’attimo in cui, appunto, la rosa fiorisce e si schiude. Leggetevi Dell’Amore immortale di Massimo Scaligero, se volete approfondire.
Dunque, la Rosa cela il mistero e il segreto della nostra civiltà come ben comprese J. L. Borges. Segreto che è, in primo luogo, meraviglia. Nell’Adone di Marino la meraviglia per la bellezza incantata della Donna divina, Venere, si intreccia in un arabesco di parole con quella per il subitaneo svelarsi della Rosa.
Quando si sfiora con lo sguardo incantato la pelle o i capelli di una donna, e questa ci appare unica, ci avviciniamo al mistero della Rosa. Che poi altro non è che il segreto dell’anima dell’Europa.

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