Home Alterview Il bue non dica cornuto all’asino!

Il bue non dica cornuto all’asino!

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Mosca replica alle insinuazioni di Washington sulla presunta deriva antidemocratica di Putin affermando il diritto dei russi di essere padroni a casa propria e la loro volontà di NON scegliere il modello americano. E allude, non senza ironia, alle ultime, vergognose, elezioni presidenziali USA.

ROMA – La Russia rimanda al mittente i “consigli” americani. Il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov, ha respinto oggi le critiche – espresse ieri dal segretario di Stato Usa, Colin Powell – sui progetti di Vladimir Putin nel campo delle riforme istituzionali. In pratica, il capo del Cremlino vuole modificare le istituzioni del suo paese in senso autoritario: misure necessarie – questa la motivazione – per meglio combattere il terrorismo, dopo il tragico attentato di Beslan.

“Innanzitutto, il processo in corso in Russia è affare interno nostro”, ha detto Lavrov parlando in Kazakhstan, e rispondendo così a Powell. In un’intervista concessa ieri all’agenzia di stampa inglese Reuters, il segretario di Stato americano aveva commentato i programmi di Putin dicendo che “in effetti si tratta di una marcia indietro dal punto di vista delle riforme democratiche, come era già successo in passato e la comunità internazionale ne è consapevole”.

“Siamo d’accordo sulla necessità di combattere il terrorismo – aveva giunto Powell – ma nella lotta contro i terroristi penso ci voglia un equilibrio corretto per non allontanarsi dalle riforme democratiche o dal processo democratico”.

Dopo meno di 24 ore, è arrivata la risposta di Mosca: Washington, secondo Lavrov, non ha il diritto di imporre il suo modello di democrazia a nessuno. “Ed è molto strano – ha proseguito il ministro degli Esteri russo – che mentre si parla di una ‘marcia indietro’, come dice lui (Powell, ndr) a proposito di alcune delle riforme nella Federazione russa, egli cerca ancora un volta di affermare l’idea che la democrazia può essere copiata solo dal modello di qualcuno”.

E ancora: “Sappiamo che anche gli Stati Uniti, dopo gli attentati dell’11 settembre, hanno preso delle misure abbastanza dure nel paese. Noi, da parte nostra – ha concluso Lavrov – non commentiamo il sistema delle elezioni presidenziali americane”.


(15 settembre 2004)

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