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L’integrazione razziale è questa: nascono le gang giovanili

Tornato a casa continuava a rimuginare su quello che aveva visto all’uscita della scuola dove insegna. E soprattutto su quello che aveva sentito. Alla fine decide di allertare il 113, in via preventiva, perché con i ragazzi di quell’età non si sa mai. Ed è così che l’intuito e pure l’esperienza del docente hanno sventato una resa dei conti annunciata.
Tutto si svolge martedì pomeriggio della scorsa settimana. A fronteggiarsi due “bande” di studenti che frequentano la “Giulio Cesare” di via Cappuccina: da una parte mestrini, dall’altra cingalesi. La lite scoppia terminate le lezioni, proprio in strada davanti alla media. È in quel frangente che il professore, calmati gli animi, riesce a captare la promessa che i gruppi contrapposti si scambiano a denti stretti: «Ci vediamo alle quattro davanti a Coin così definiamo la questione una volta per tutte».
Ricevuta la segnalazione, la questura ben lungi dal sottovalutare la vicenda, dispone di inviare tre Volanti in avanscoperta mezz’ora prima di quella indicata per il redde rationem che si posizionano a distanza per non dare nell’occhio. Ed ecco che puntuali gli adolescenti si presentano all’appuntamento: quattro di loro alla fine sono stati identificati e ai quali i poliziotti non hanno mancato di fare una severa ramanzina, contattando quindi i relativi genitori.
Due giorni dopo, è ancora una Volante a “incappare” in un altro episodio di bullismo che coinvolge dodicenni della “Giulio Cesare”. La pattuglia sta transitando in via Bembo quando incrocia una ragazzina che sta piangendo a dirotto. La avvicinano con garbo prima tranquillizzandola e poi chiedendole cosa fosse successo. Fra le lacrime racconta che poco prima alcuni compagni di classe l’avevano presa di mira, strappandole lo zaino, gettandolo per terra e passandoci sopra più volte con le biciclette. Nel frattempo gli agenti avevano telefonato alla madre che ha raggiunto subito la figlia. Del fatto è stato informato il preside.

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