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Le confessioni di un “rivoluzionario”

 

Le guardie di frontiera hanno sventato i tentativi, da parte di gruppi terroristici armati,  di infiltrarsi nel territorio siriano dalla Giordania, in località Tell Shihab (periferia di Deraa). 

Le autorità competenti hanno sequestrato un’autovettura che trasportava un’ingente quantità di ordigni esplosivi, detonatori e telecomandi a distanza in località Awram al Kubra, nella periferia di Aleppo, che erano destinati a gruppi terroristici armati ad Aleppo. 

In un’intervista con l’agenzia di stampa libica “Libya now”,  Hazem M, guerrigliero tornato dalla Siria in Libia ed esperto di esplosivi, che ha partecipato alle battaglie nel fronte dei rivoluzionari dell’esercito libero, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La postazione principale  dell’esercito libero era ad Homs. Dopo l’intensificarsi dei combattimenti, sono stato trasferito con un gruppo di uomini a Hama, per affiancare la squadra di Ammar ibn Yaser. Giunto sul posto, sono rimasto sbalordito nel vedere l’eterogeneità del battaglione, composto di persone di varie nazionalità, arabe ed africane. Abbiamo sferrato una grande vittoria, ma ciò che mi ha fatto abbandonare il campo di battaglia è stata la mentalità e il modus operandi dei rivoluzionari. Quando muore uno dei nostri, se è un africano, il suo corpo viene bruciato interamente. Alla mia domanda sul motivo di tale gesto, mi è stato detto da Abu Hamza, il comandante militare ad Hama, che è solo per evitare che il regime siriano ci accusi di assoldare uomini di nazionalità straniera”.   

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