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Io (non) sto con la Lega

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Banche e crociate da Bocchino

Della Lega non posso condividere la retorica secessionista, la storiografia controrisorgimentale e certe pulsioni antinazionali, le quali ultime, ad onor del vero, sono sempre più tenui.
Questo non consente però a nessuno di contrabbandarmi le mosse leghiste in modo totalmente contraffatto al fine di farmi disertare un serrate che non posso non condividere.

E’ vero infatti che Bossi, quando afferma di volersi riprendere il controllo delle banche del nord, non sta facendo un discorso unitario, ma è altrettanto, anzi più, vero che le banche non sono sotto il controllo statale, centrale, nazionale, ma che è l’opposto ad essere in atto.
La battaglia leghista sarà anche particolarista, da studiare, rettificare, in parte ci sarà pure forse da combattere contro alcuni suoi aspetti, ma non è onesto, come fanno piddini e finiani, presentarla in una luce addirittura inversa da quella che ha e che verte a una riconquista popolare di poteri usurpati.

In Italia soffriamo di internazionalismo, non di nazionalismo. L’internazionalismo è il verbo che accomuna banche, chiese, mafie e massonerie; la Lega, sia pur parzialmente, con queste piovre fa i conti.
A rafforzare l’azione devastatrice delle centrali internazionali ci stanno i soloni, i professoroni, i commissari politici cattomarxisti, non si sa se più arroganti o fallimentari (per ambo le categorie sono al guiness dei primati).
Infine c’ è una stanchezza fisica e spirituale diffusa: si è persa la gioia di vivere dunque di combattere; o viceversa. Il populismo in parte ce la sta restituendo.

Le boutade di Fini e dei suoi pochi valvassini, le uscite di Bocchino e dei suoi (a proposito, come si definiscono?) in una chiave di demagogia oligarchica, filobanchiera, contro la Lega non si possono davvero sentire.

“Non vogliamo morire da leghisti” sostengono i bocchinisti.
A suo tempo decisero di non voler morire da fascisti – e per fortuna perché per morire da fascisti ci vogliono un coraggio e un’estetica che non posseggono – poi hanno detto di non voler morire da democristiani, da popolari ; ora non vogliono morire da leghisti.

Insomma non riescono a decidersi. Lo facciano una buona volta; come non ha molta importanza, quello che conta è che muoiano presto, una volta per tutte: che toglano il disturbo definitivamente.

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