Ciao a tutti, sono comunista, coi ragazzi di CasaPound ogni tanto mi confronto, sono stato da loro invitato ad alcune conferenze, su Che Guevara o altri argomenti, e lì presentandomi mi sono definito “antifascista che non accetta l’intolleranza degli antifascisti tardi epigoni degli anni settanta”. Ho incontrato ragazzi e ragazze che si rifanno al fascismo, un passato che non condivido, ma disponibili ad ascoltare e a confrontarsi con chi come me ha idee diverse dalle loro. Io non temo il confronto, lo cerco anch’io perchè penso che sia sempre un fatto positivo e perchè ritengo che la mia identità non si basi sulla negazione di quella altrui.
Per questo ho aderito all’appello a favore della libertà di manifestazione del Blocco Studentesco con primi firmatari Pietrangelo Buttafuoco e Luciano Lanna e sottoscritto da un centinaio di intellettuali, scrittori, giornalisti, parlamentari quasi tutti di destra. Ho firmato quell’appello perchè penso che la Costituzione nata dalla Resistenza garantisca ad ognuno il diritto di esprimersi liberamente, e non riesco a capire come in nome della libertà si possa cercare di toglierla a chi la pensa diversamente, una sinistra degna di essere tale secondo me dovrebbe avere a cuore la giustizia e la libertà per tutti, anche e soprattutto per gli avversari.
Sono quindi un compagno che sbaglia, se non peggio, e condivido pienamente l’appello lanciato da Sansonetti e dalla redazione de Gli Altri, a cui esprimo la mia solidarietà per gli attacchi anche pesanti a cui sono stati e sono sottoposti da parte di una sinistra sempre più incapace di leggere la
realtà e sempre più ancorata al millennio scorso. Ho letto con molta attenzione come Valerio Evangelisti sul Manifesto dei giorni scorsi spieghi a noi compagni che sbagliano che anche se i numerosi episodi di violenza ed intolleranza verso immigrati, ebrei, diversi che descrive non siano riconducibili a Casa Pound o al Blocco Studentesco “Però la cultura è la stessa”. A me un simile argomento ricorda la caccia alle streghe, che non mi sembra una cosa molto di sinistra, come mi sembra ancora meno di sinistra, affermare che “la libertà non può essere anteposta all’antifascismo”. Chi non la pensa come noi, non è quindi meritevole dei diritti universali garantiti dalla nostra Costituzione: a me sembra un concetto aberrante, figlio dell’intolleranza, del pregiudizio e del
rifiuto del diverso. Secondo i soloni dell’antifascismo militante queste caratteristiche dovrebbero essere dei ragazzi di CasaPound, eppure a quei ragazzi (ogni tanto vittime di aggressioni ed atti d’intolleranza che una sinistra degna di essere tale dovrebbe condannare) non ho mai sentito fare
simili discorsi, che sono invece ben presenti in alcuni ambienti di sinistra, non sarebbe il caso di preoccuparsi di questo anzichè vivere cercando d’impedire ad altri di potersi esprimere?