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Islamofobia

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Una precisazione transalpina

L’islamofobia crescente è preoccupante. Serve come giustificazione all’asse americano-sionista che si arroga il monopolio della verità occidentale. Effettivamente, nella presente congiuntura internazionale, essa favorisce i disegni dell’iperpotenza e del suo alleato israeliano contro chiunque resista. 
Si può essere cattolici, o di un’altra religione, senza essere necessariamente islamofobi.
Innanzitutto è stupido rigettare a priori il sentimento religioso e la trascendenza di una religione che non sia la propria. 1,3 miliardi di musulmani si ripartiscono nel globo e colorano della loro spiritualità la cultura dei paesi in cui vivono. Certo, la fede dei cristiani non è la medesima dei musulmani, ma questo non osta al rispetto reciproco. E se alcuni musulmani compiono esazioni bisogna rispondere loro con forza. Ma è un  profondo errore confondere questi individui, spesso emarginati, con l’insieme della comunità musulmana. Affermare l’assoluta verità di una religione non deve avere, per conseguenza, il rigetto delle altre nelle Tenebre.
Dobbiamo purtroppo constatare che numerosi cattolici additano l’Islam alla pubblica vendetta, uno sfogo dovuto al fatto di non riuscire a rispondere alla secolarizzazione e alla scristianizzazione dell’Europa. Ma è possibilissimo rigettare ogni ecumenismo confuso, qualsiasi sincretismo livellatore, e ogni negazione di se stessi, restando aperti al dialogo con l’Altro.
La chiusura in se stessi sfocia, invece, in un confinamento scontroso e in un irrigidimento mortifero della propria religione. Da questo punto di vista l’etno-narcisismo non ha nulla da invidiare all’ etno-masochismo.
Di recente la caccia al burka ci ricorda che dopo l’11 settembre è divenuto difficile essere musulmani nel mondo. Né seducente né necessariamente legittimo, questo burka sembra giustificare di per sé  l’islamofobia che acquisisce forza ogni volta che Hamas o Ahmadinejad vincono le elezioni nella loro nazione.
Seppure il velo non è il burka – che può comprensibilmente scioccare gli occidentali – tutti questi segni distintivi sono presi di mira dall’intellighenzia benpensante, laicista, femminista e mondialista, di sinistra come di destra.
In quanto all’indignazione politico-mediatica sollevata dall’annullamento del matrimonio tra una donna musulmana non vergine e suo marito musulmano, essa deriva sempre dalla medesima islamofobia. Che la donna fosse consenziente all’annullamento non sembra interessare i nostri grandi difensori delle libertà. I disegni di una Repubblica “una e indivisibile” prevalgono sulle scelte dei congiunti. Il sistema occidentale non rispetta né le credenze religiose né le libertà degli individui, né il verdetto delle urne che pur traduce la volontà di milioni di musulmani fieri di essere governati dagli uomini politici che hanno scelto.
Gli islamofobi commettono il medesimo errore compiuto all’epoca del defunto pericolo comunista quando indicano l’Islam come nemico unico. Strumentalizzano un’illusoria minaccia islamica unificata per giustificare dei bombardamenti e delle spedizioni punitive contro delle nazioni sovrane definite “Stati canaglia”: Iraq, Afghanistan, ecc. Domani l’Iran?
E non dimentichiamoci che Al Qaeda non è che una nebulosa su cui volteggiano tutti i fantasmi ma anche tutte le incertezze possibili. L’Islam segue vie molto diverse e non si risolve né nel detestabile  salafismo né nel contestabile wahabismo.
Gli esempi vanno ricercati piuttosto in Palestina, dove la comunità cristiana coabita con Hamas per liberare i territori occupati da Israele, o in Libano dove Hezbollah è alleato del generale cristiano Michel Aoun.
Dopo la fine del comunismo, l’imperialismo dell’ “American way of death” e i suoi collaboratori planetari rappresentano l’unica minaccia per la Vecchia Europa e per il resto del mondo.
Cercare la pacificazione con la comunità musulmana e identificare i nostri nemici reali sarebbe la miglior maniera per uscire dal nostro declino e per impegnare una nuova sfida per il XXI secolo.
Arnaud Guyot-Jeannin
L’articolo acquisisce maggior importanza se lo s’inquadra nel contesto francese dove l’islamofobia è forte anche a causa della facile quanto erronea assimilazione tra immigrazione e Islam.
Si noti che Arnaud Guyot-Jeannin, uno dei più brillanti penstori francesi dell’ultimo quindicennio, è un fervente cattolico. Ha curato l’opera di Evola in Francia e si occupa di tematiche quali la decrescita e la globalizzazione.  Diversi dei suoi libri sono stati editi da  L’Age d’Homme, casa editrice di matrice ortodossa che ha stampato anche le opere di Werner e Zinoviev.

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